Il trucco del telepass: l’incredibile – e rischioso – escamotage che qualche furbetto all’italiana ha escogitato per beffare il pedaggio.
Ecco cosa si sono inventati pur di non aprire i cordoni della borsa al casello autostradale.
Tu chiamali, se vuoi, furbetti del Telepass. Il repertorio di furberie in circolazione nel Belpaese riempirebbe biblioteche intere. La fantasia agli italiani non manca di certo. E grazie al web non passa giorno che non salti fuori qualche altra nuova furbata per aggirare tasse e imposte d’ogni genere.
Ultima in ordine di tempo, la furberia per risparmiare su una delle tasse meno amate dagli italiani: il pedaggio autostradale. Come sappiamo, si tratta di quella tassa che ogni conducente di un veicolo deve pagare per entrare in autostrada. Un balzello odioso per tanti automobilisti. Di fatto è una forma di finanziamento pubblico che dovrebbe servire a coprire i vari costi dell’autostrada. A cominciare da quelli per costruirla, conservarla in buono stato e ampliarla.
Da diverso tempo sulle autostrade è entrato in funzione il sistema del telepass. Se non tutti, la maggior parte delle persone sa bene di cosa stiamo parlando: di un dispositivo elettronico che permette di pagare il pedaggio autostradale evitando il passaggio dal casello e dal casellante. Velocizzando così i tempi per il conducente.
Questo possiamo dire tranquillamente che è noto a tutti. Meno conosciuto forse il funzionamento pratico del telepass. Questo sistema si basa su una tecnologia di nome RFID: Radio-Frequency Identification, cioè identificazione a radiofrequenza. Si tratta di una tecnologia di riconoscimento che permette di identificare in maniera univoca il dispositivo. In pratica, quando il mezzo si avvicina alla barriera del pedaggio autostradale il sistema RFID è in grado di rilevare la presenza del telepass a bordo del veicolo. In questo modo il costo del pedaggio viene addebitato in maniera automatica sul conto corrente o sulla carta di credito associata al telepass.
Non è l’unico aspetto curioso e poco noto che può interessare. Ad esempio forse non tutti sanno che il telepass può essere usato anche fuori dai confini nazionali. Già, usare il dispositivo a radiofrequenza è possibile dove il sistema di telepass italiano è compatibile con quello di altri Paesi dell’Eurozona. È il caso di Francia, Spagna e Portogallo. Il che significa che se in questi Paesi viaggiate con un telepass italiano potete usarlo per pagare il pedaggio senza bisogno di comprare un altro dispositivo.
Come dicevamo i proventi ricavati dal pedaggio autostradale finiscono per finanziare le operazioni di costruzione, manutenzione e ampliamento della rete delle autostrade. Nel nostro Paese le società concessionarie che hanno in gestione i pedaggi autostradali devono investire una certa percentuale dei ricavi nella manutenzione e nel miglioramento dell’infrastruttura autostradale.
In particolare poi le corsie telepass sono quelle riservate alle auto che viaggiano col corrispondente dispositivo a bordo. Così da poter subito trasferire i soldi del pedaggio direttamente dal conto collegato dell’utente. Una comodità che permette di saltare le corsie con le casse, notoriamente meno fluide e scorrevoli delle corsie telepass. Per ovvi motivi, dato che i conducenti non devono aspettare il loro turno per pagare il pedaggio al casellante di turno o alla cassa automatica.
Ma ai furbetti del telepass la comodità non basta. intollerabile per loro vedersi proprio scucire di tasca il pedaggio. Per cui qualcuno si è inventato un trucco che ha davvero dell’incredibile, anche sul piano dei rischi da accollarsi.
In sostanza qualcuno di questi furbetti dall’occhio lungo si è accorto che c’era un modo per eludere la sbarra che si alza e si chiude al passaggio dei mezzi. Entrando nella corsia telepass, come spiegato, la sbarra si alza quando il sistema RFID rileva il dispositivo presente nell’auto di passaggio. Ma se l’auto subito dietro riesce a rallentare in modo da passare quasi incollata a quella che la precede, il gioco è fatto.
Una mossa a dir poco rischiosa, ma c’è chi evidentemente è riuscito a perfezionare la “tecnica” in maniera quasi infallibile. Ce l’ha fatta per esempio il signore di 80 anni – prontamente ribattezzato “nonno spint” – che per due anni, dal 2020 al 2022, grazie a questo trucchetto è riuscito a ingannare la sbarra del casello. Tutto bene dunque? Non tanto: aveva fatto bene i conti con la sbarra, ma non con le telecamere di sicurezza che lo hanno immortalato. Così adesso si è visto raggiungere da una maxi multa di 4 mila euro. Che, per inciso, si rifiuta di pagare per motivi potremmo dire ideologici. Infatti attraverso il suo legale ha fatto sapere che a suo dire l’autostrada non può pretendere il pedaggio, trattandosi di un servizio pubblico.
Staremo a vedere come andrà a finire il braccio di ferro con le autostrade. Sta di fatto che il “nonno sprint” per un paio d’anni ha viaggiato tra Napoli, Roma, Caserta e altre città italiane senza sborsare un centesimo al casello.
Quando si avvicinava al casello, la vecchia volpe provvedeva immancabilmente ad accodarsi all’auto che lo precedeva incollandosi al posteriore del mezzo. Con questo trucchetto che richiede riflessi, colpo d’occhio e calcoli mica di ridere, soprattutto a una certa età, non dava modo al sistema RFID di rilevarlo. E così si trovava davanti, letteralmente, un’autostrada spalancata, riuscendo sempre a passare mentre la sbarra si trovava in posizione verticale per far transitare il conducente che pagava il pedaggio tramite telepass.
Le telecamere di sicurezza stradale però alla fine lo hanno “beccato”. E adesso per il suo exploit l’ottuagenario furbetto del telepass sarà chiamato, oltre che a pagare i numerosi transiti al casello senza mai aver versato il pedaggio, anche a rispondere davanti alla legge. Per il reato di insolvenza fraudolenta.
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