Arrivare ai piani alti del Motomondiale non è per tutti. Solo i migliori centauri del pianeta riescono a trovare posto sulla griglia della MotoGP.
Tantissimi ragazzi nel mondo sognano di arrivare un giorno a correre nel Motomondiale. Il percorso è lungo e tortuoso ma non impossibile. Per sfidare i rider più forti del pianeta occorre una lunga gavetta e tantissimi investimenti. A volte i soldi non bastano perché l’impegno che occorre per riuscire a scalzare altre migliaia di persone con lo stesso sogno è più arduo di quello che si crede seduti sul divano.
I giovani centauri, come ad esempio Marco Bezzecchi, che hanno già festeggiato una vittoria in MotoGP o un riconoscimento prestigioso di rookie dell’anno nel debutto in top class, hanno fatto scelte determinati sin da piccoli. Di solito c’è sempre un legame forte tra il mondo dei motori e un ragazzino che cresce in officina. Le sfide delle due e quattro ruote hanno un fascino unico per tutti, ma accade di rado che in una famiglia proveniente da contesto diverso tracci una carriera di un certo tipo per un figlio.
In Italia, nella maggior parte dei casi, i genitori indirizzano la prole verso lo studio universitario. Il Motorsport viene visto come un rischio troppo alto, sia per la salute del ragazzo che per le finanze intere del nucleo familiare. Vi sono anche stati casi in cui piloti già cresciuti, come Max Biaggi, abbiano esordito molto avanti con l’età, riuscendo a farsi strada nel Motomondiale da maggiorenne.
Si tratta di talenti eccezionali che, nonostante il gap esperienziale, hanno bruciato le tappe. In linea generale chi prima incomincia, prima ha la possibilità di emergere, acquisendo un’esperienza importante nelle categorie minori. In Italia, ovviamente, dopo l’apprendistato sulle mini moto i giovani centauri partecipano a dei campionati nazionali di velocità o anche a quello di riferimento spagnolo.
Percorso sempre più in salita
Oggi, a differenza di un tempo, occorrono ancora più investimenti per finanziare la carriera di un giovane che deve anche spostarsi in giro per l’Europa. Provare a bilanciare il lavoro con lo studio non è sempre facile. Trovare un equilibrio per tantissime famiglie “normali” che credono, fermamente, nella possibilità di un figlio è diventato proibitivo. Per apprendere bene la tecniche occorre cimentarsi anche su BMX, mountain bike, downhill, motocross e motard.
Vi sono Academy come quella di Valentino Rossi che permette di dare una speranza in più. Chi fa una carriera di questo tipo non dovrebbe neanche immaginare un successo garantito o un ritorno economico assicurato, ma dovrebbe puntare sulla passione e l’abnegazione di un ragazzo. Tutto ciò implica una disciplina ferrea che non tutti i ragazzi sono soliti sopportare in adolescenza con allenamenti e weekend sacrificati per riuscire ad estrapolare un decimo in più in pista.
Una volta poi raggiunto un livello eccellente vi sono campionati come il Red Bull Rookies Cup che mette a disposizione tutte moto uguali per giovani che vogliono farsi notare ai piani alti. A quel punto è solo il talento a fare la differenza. Storicamente tanti giovani fenomeni sono arrivati in Moto3 dalla competizione organizzata dal drink team austriaco. Chi riesce a conquistare la vittoria, di solito, ha un posto assicurato nella serie cadetta del Motomondiale.
Un sogno chiamato MotoGP
Ciò che rende ancora più difficile la carriera di un pilota di moto è che molto varia in base alla classe. Vi sono rider che hanno fatto fatica, ad esempio, in Moto2 e Moto3 per poi riuscire a diventare campioni del mondo o essere molto competitivi in MotoGP. Fabio Quartararo, ad esempio, è riuscito a trovare una propria dimensione solo in sella alla Yamaha in top class. Alcuni hanno balzato un passaggio, come Binder e Miller, con risultati opposti in top class, mentre altri centauri sono riusciti a vincere in tutte le categorie.
Ciò non accade dai tempi di Marc Marquez, ma per coloro che sognano di arrivare in alto vi sono anche delle scuole di preparazione con rider professionisti che curano l’aspetto tecnico e psicologico del ragazzo. Il segreto? Tra i 10 e i 15 anni un pilota che ambisce ad arrivare in futuro in MotoGP dovrebbe girare in pista più possibile. Le cadute, gli infortuni e gli imprevisti sono dietro l’angolo ma c’è chi ha una maturità fuori dall’ordinario ed una passione sconfinata per le due ruote.