Il Gran Premio di F1 corso a Melbourne ha messo in ridicolo il circus. Tra le tante cose che non sono andate per il verso giusto una ha riguardato la scarsa sicurezza per i fan.
Dopo un Gran Premio da dimenticare, dove si è salvata solo la cartolina del trio di campioni sul podio, la F1 dovrebbe interrogarsi anche sulle implicazioni legate alla sicurezza. Si è sempre posto in primo piano il tema del “Safety First”, ma sotto alcuni aspetti vi sono stati enormi passi indietro negli ultimi tempi. Prima di tutto questa ricerca forzata di spettacolo, o sarebbe meglio definirlo casino nonsense, sta prendendo una brutta piega.
Tra Safety Car, interruzioni con bandiere rosse e pericolose ripartenze dalla griglia la categoria regina del Motorsport si sta ridicolizzando. Tutto ciò dovrebbe allarmare i piloti stessi, trattati sempre più come carne da macello per un business studiato a tavolino. Poco conta per la direzione gara se alla fine le due Alpine sono finite a muro o Alonso, dopo la toccata di Sainz, avrebbe potuto subire pesanti conseguenze. La F1 attuale sta diventando un teatrino dove la passione autentica non trova più spazio. Ecco lo sfogo di Stoner.
Chi spende importanti cifre per assistere a questo scempio, però, di passione ne ha anche troppa, data la deriva del circus attuale. C’è gente che ha viaggiato sino in Australia, dall’altra parte del mondo, per ammirare i cavalieri del rischio. La loro sicurezza dovrebbe essere di primaria importanza, tuttavia a Melbourne un tifoso ha persino rischiato di morire a causa di una gestione dell’evento, a dir poco, confusionaria.
F1, pericolo sicurezza
Al termine della lunghissima battaglia in pista, il pubblico ha invaso la pista, eludendo tutte le misure di sicurezza previste in questi casi. Le auto, infatti, non avevano ancora raggiunto la pit lane e una marea di fan si è lanciata sull’asfalto per assistere alla celebrazione sul podio del vincitore Max Verstappen, davanti a Lewis Hamilton e Fernando Alonso.
Di primaria rilevanza c’è anche la questione relativa alle Haas di Nico Hulkenberg e Kevin Magnussen. Alcuni appassionati si sono avvicinati alla fine alla wing car americana del tedesco, ferma in curva 2, mentre il crash del danese avrebbe potuto mietere persino una vittima. Kevin è andato a sbattere contro le barriere nella fase finale del Gran Premio, perdendo una mescola pochi metri dopo l’impatto. Non si è trattato di uno scoppio della gomma, ma di una conseguenza dell’impatto contro il muro del tracciato cittadino australiano.
Non è la prima volta che all’Albert Park avvengono clamorosi crash, ma in questo caso la vettura americana ha perso alcuni detriti nell’impatto, uno dei quali ha raggiunto un fan al di là della pista, Will Sweet, rimasto ferito al braccio. Per fortuna il detrito ha colpito il braccio e non il viso, altrimenti avrebbe avuto ben altre conseguenze.
Le parole del tifoso miracolato
Il trentunenne, ai microfoni di Radio 3AW, ha dichiarato: “Kevin Magnussen è andato a sbattere contro le barriere, e qualcosa mi ha colpito al braccio, e sono rimasto lì a sanguinare. Il braccio mi copriva la zona del collo, ma se avesse preso la mia fidanzata, l’avrebbe presa in testa. Le persone si stavano arrampicando, in parte cercando di togliersi di mezzo e altri per afferrare i detriti. Quando poi ho preso il pezzo di ruota mi sono reso conto di quanto fosse grande e pesante. Una parte di essa era frantumata e molto tagliente, e se mi avesse colpito con un’angolazione diversa, sarebbe stato orribile”.
In quella zona c’erano anche tanti bambini, una tragedia evitata per miracolo. “Il personale medico? Nessuno è venuto a guardare – ha confessato il giovane ferito – la mia fidanzata era piuttosto spaventata e al limite dello shock. Poiché si trattava di un finale davvero eccezionale, siamo rimasti a guardare la fine della corsa, e poi siamo andati all’ambulanza del St John e mi hanno medicato. In qualche modo il detrito ha scavalcato la recinzione, e proveniva anche da una certa altezza, ed è riuscito ad atterrare tra la folla, in una collina molto affollata a lato della curva due”.
Andrew Westacott, responsabile del Gran Premio d’Australia, ha spiegato che si è trattato di un caso isolato, perché non è detto che le barriere di sicurezza e anti-detriti vadano a 20 metri d’altezza. Sono le stesse presenti anche in altri circuiti del mondo, ma andrà svolta una indagine per capire come sia potuto accadere un episodio del genere. Per fortuna, oltre al ragazzo, non ci sono stati altri feriti sulla tribuna. La fidanzata e i bambini, attorno a Sweet, si sono presi solo un grande spavento.