Il Gruppo Toyota è sempre più ampio: quali marchi ne fanno parte?

La Toyota è un colosso nel mondo delle quattro ruote e sta ampliando sempre di più il proprio nome aggiungendo marchi nel suo Gruppo.

Ormai anche il mondo delle automobili è completamente cambiato rispetto al passato e non si può più pensare di poter “correre” da soli. Questo lo sa benissimo la Toyota che doveva rispondere in qualche modo ai colossi europei di Volkswagen e Stellantis e il suo gruppo ora è sempre più vasto.

Toyota logo (Adobe)
Toyota logo (Adobe)

Stiamo parlando della “Toyota Motor Corp”, una società che è stata fondata nel 1933 da Kiichiro Toyoda, con il nome che ha una storia particolare, e che nel corso degli anni è diventata una potenza non solo a livello giapponese, ma anche mondiale.

La Toyota è apprezzata per essere stata una delle vetture in assoluto più affidabili, per questo motivo l’azienda ha un fatturato annuo superiore ai 30 miliardi di Yen giapponesi. Sono diverse dunque le società che non vedono l’ora di legare il proprio nome a quello nipponico e il gruppo da diversi anni si è allargato sempre di più.

Dal 2005: Dahiatsu e Hino gruppi di maggioranza

Iniziamo subito con il dire che esistono due marchi che probabilmente avrete già sentito, ma che sono direttamente controllati dalla Toyota. Stiamo parlando di Scion e di Lexus, con il primo che è il nome della ditta che lavora in territorio statunitense, mentre la seconda si dedica alla produzione delle auto sportive e di lusso.

Questi dunque sono delle aziende che sono nate e da sempre gestite da Toyota. Diverso invece è il caso di colossi come Hino Motors e Daihatsu. Il primo passo è stato compiuto con Hino, un’azienda meno nota in Europa, ma molto popolare in Giappone per la produzione su tutti di autobus e autocarri.

La sua fondazione avvenne in piena Seconda Guerra Mondiale, nel 1942 e nel marzo del 2005, la Toyota decise di acquistare il 50,1% delle quote diventando così socia di maggioranza.

Andò ancora meglio quattro anni dopo, sempre a marzo ma questa del 2009. La Toyota infatti riuscì a mettere le mani sulla più antica azienda automobilista del Giappone, quella Daihatsu che dopo più di cento anni di storia, era nata nel 1907, cedette così il 51,3% delle proprie quote alla Toyota.

Daihatsu
Daihatsu logo (Adobe)

Queste sono dunque le tre aziende che sono collegate con filo diretto alla Toyota. In questo caso l’azienda situata nel Sud del Paese li gestisce direttamente, ma ci sono altri piccoli gruppi con quote minoritarie.

Da Mazda a Suzuki: la Toyota entra con piccole quote

Il marzo del 2005 non fu infatti solamente l’anno dell’acquisizione di Hino. Questo periodo portò la Toyota a entrare a far parte delle sorti di Aisin Seiki, con il 23%, e di DENSO Coproration, con il 22,98%.

Questo permette così di avere un filo diretto diretto con dei produttori di componenti automobilistiche, ma le collaborazioni non sono finite qui. A ottobre sempre del 2005 venne acquistato l’8,7% delle quote di Fuji Heavy Industries, il gruppo che produce la Subaru.

Suzuki logo
Suzuki logo (Adobe)

Dopo un periodo di riflessioni e di sviluppo era tempo però di imporre ancora di più il proprio dominio sul mercato. Ecco allora come mai nel 2017 venne acquistato il 5% di Mazda Motors e nell’agosto del 2019 la stessa quota anche di Suzuki Motors.

Insomma, il marchio Toyota è in continuo sviluppo e si sta affermando sempre di più all’interno del mercato internazionale. I suoi modelli stanno spopolando e anche con i suoi affiliati ora stanno avendo grande successo.

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