Si fa un gran parlare dei nuovi carburanti che dovrebbero prendere il largo per alimentare le auto endotermiche prodotte dopo il 1° gennaio 2035. Nascosta una realtà inquietante.
A livello europeo si continua a dibattere sulla questione, tra astenuti, contrari e favorevoli all’introduzione degli elettrocarburanti. Per molti saranno la salvezza delle auto con motore termico, per avere anche una possibile alternativa alle sole vetture elettriche. Queste ultime saranno vendute dal 2035, una data che sembra lontana ma è molto vicina.
Nei programmi la vendita di auto a zero emissioni dal 2035 riguarderà il mercato del nuovo. Circa l’usato chi ha acquistato un veicolo prima del 31 dicembre del 2034 potrà circolare recandosi alle pompe di benzina o gasolio. Tutto pacifico? Non proprio perché il rischio è un prezzo alle stelle dei carburanti, ancora più elevato di quello attuale. I carburanti sintetici non sono disponibili, ad oggi, nelle pompe di benzina e dovranno essere prodotti in larga scala, in impianti specifici.
Premesso che rimangono molti dubbi sulla sostenibilità economica e ambientale di una massiccia produzione su scala industriale dei carburanti sintetici, ma idem si potrebbe dire sullo smaltimento delle batterie delle EV, addentriamoci nella caotica realtà nostrana. In Italia c’è un grande pregiudizio su entrambe le tecnologie. Per chi è sempre stato abituato a vetture con potenti motori termici a benzina (quella tradizionale) sarà complicato cambiare rotta.
La verità sugli e-fuel
Se state immaginando di poter guidare la vostra attuale auto con i nuovi carburanti sintetici siete fuori strada. E il problema emergerà in modo chiaro quando proverete a fare il pieno con il nuovo carburante al posto di quello tradizionale. In quel caso rischierete di combinare un bel disastro. A livello europeo è stato deciso che verrà creato un sistema regolamentare “solido e a prova di elusione” per l’omologazione di veicoli che funzionino solo con carburanti sintetici.
Cosa vuole dire? “Viene previsto, spiegano i tecnici, l’inserimento di un dispositivo elettronico nel serbatoio delle nuove auto per rilevare il tipo di combustibile: se è fossile la macchina non si mette in moto”. Quindi, come analizzato sulle colonne di FP, il sistema potrebbe comportare una confusione totale per l’automobilista. Il sistema bloccherà il motore o ci sarà un modo per eludere il problema? Ad oggi rimane un quesito senza una risposta.
I prezzi dei carburanti sintetici
Per di più i prezzi del pieno attuale di un’auto con e-fuel si aggira sui 1000 euro. Avete capito bene, anche se dovesse dimezzare e scendere intorno ai 400/500 euro parliamo di una cifra fuori da ogni logica. Già i prezzi attuali della benzina sono alle stelle, con ripercussioni enormi. Arrivare alla Din En 228: e-Petrol, e-Diesel, e-Heating e e-Kerosene renderà ancora più caotica la situazione. Gli e-fuel potranno essere anche più ecologici, in teoria, ma se la conseguenza sarà rendere un lusso un giro in un’auto endotermica, si farebbe prima a spingere solo l’elettrico senza ipocrisie.
“La rete di distribuzione dei combustibili tradizionali potrebbe vendere e-fuel senza nessun problema, né di stoccaggio né di rifornimento perché gli e-fuel possono essere conservati ad una pressione e temperatura ambiente. Secondo alcune stime dal 2035 gli e-fuel potrebbero soddisfare appena il 3% della domanda di carburante stradale in Europa (ovvero lo 0,4% della stessa nel 2030, il 16% nel 2040 e il 50% nel 2050)”, secondo quanto riportato da FP.
A questo punto anche questa soluzione sembra di impossibile attuazione in larga scala, almeno alle nostre latitudini. Gli automobilisti sono sempre più schiacciati da una spinta verso le odiate auto elettriche, evitate anche dai ricchi, ed esborsi fuori da ogni logica per i comuni mortali.