Le vetture di F1 usano tantissimi set di gomme Pirelli in ogni gara, ed oggi vi porteremo a scoprire che fine fanno gli pneumatici.
Le gomme sono uno degli argomenti principali nella F1 di oggi, visto che attorno ad esse si generano le prestazioni delle vetture. Se una monoposto è veloce in termini di prestazione pura, come la Ferrari che riesce ad essere performante su un giro secco, ma poi non gestisce bene gli pneumatici in gara, non c’è speranza di vincere.
Da quando è arrivata la Pirelli, le cose sono andate sempre in questo modo, ma in F1 le cose potrebbero cambiare. La FIA ha infatti indetto un bando per quella che sarà la fornitura di gomme dal 2025 al 2027, con il costruttore milanese che è interessato a rimare, ma con una concorrente non di poco conto.
Secondo le ultime indiscrezioni, pare che la Bridgestone, che ha fornito gli pneumatici tra il 1998 ed il 2010, sia interessata a tornare nel Circus. Nella giornata di oggi, vi parleremo del destino delle gomme dopo l’utilizzo in pista, e vi assicuriamo che alcune cose vi soprenderanno e non poco.
F1, ecco il processo che subiscono le gomme a fine gara
La F1 è fornita dalle gomme Pirelli, che sono nel Circus ormai dal lontano 2011. In molti si chiedono che fine possano fare gli pneumatici dopo i fine settimana di gara, e noi oggi risponderemo a questa domanda. Prima di tutto, i singoli set di gomme vengono passati al setaccio dopo ogni sessione, appena smontati dalle monoposto.
Questa operazione viene fatta per capirne il comportamento, soprattutto se si degradano in maniera eccessiva o se c’è stato un problema come una foratura o una perdita di pressione. I tecnici della casa milanese lavorano a stretto contatto con le squadre per indiividuare eventuali problemi, per poi iniziare il processo di cui vi parleremo.
Le gomme della F1 vengono trattate come quelle che indossano le nostre auto, senza particolari differenze. Come stabilito dall’Unione Europea, prendono parte ad un processo molto scrupoloso di stoccaggio e decongestionamento, che viene effettuato per qualsiasi elemento di rifiuto che contraddistingue le auto stradali.
Le squadre riconsegnano gli pneumatici alla Pirelli, che le carica su dei camion da trasporto verso la Didcot, che è un centro fatto appositamente per questo tipo di interventi. Le gomme vengono messe in quello che è una sorta di trituratore, da cui si formano dei residui che potremmo definire truccioli, i quali sono molto simili a quei riporti di gomma che si creano ai bordi della pista durante le corse.
Anche i truccioli vengono poi ulteriormente ridotti, finendo a cuocere in un enorme forno a 1400 gradi di temperatura. A quella temperatura, secondo le direttive europee, non vengono emanati fumi tossici, ed è ovvio che ormai ci sia una spiegazione legata all’ambiente ed alla sua salvaguardia dietro ad ogni attività.
Insomma, le gomme non vengono riutilizzate nelle gare successive seguendo dei processi di rinnovamento, ma ogni volta vengono decomposte in questa maniera. La nostra speranza è quella di essere stati esaustivi nella spiegazione di un processo tutt’altro che rapido, ma che risulta fondamentale per il pianeta.