Vi sarete chiesti milioni di volte come si aziona la sequenza di semafori che regola gli incroci stradali. Vi spieghiamo, nel dettaglio, il meccanismo.
Quando siamo di corsa sembra che i semafori ci vogliano giocare un brutto scherzo, lasciandoci nel traffico in attesa per decine di secondi. Non sono progettati in modo superficiale. C’è uno studio meticoloso dietro ogni incrocio e ora scoprirete come funzionano in base a diverse tipologie di incroci. Iniziamo da quello ad X, molto comune.
Vi è una strada principale che si incrocia con una seconda secondaria. I tecnici devono valutare la quantità media di veicoli che transitano ogni giorno in quel punto, la quantità di pedoni che attraversando sulle strisce pedonali, la presenza o meno di mezzi pubblici a via preferenziale e tanti altri aspetti. La questione può sembrare banale, ma come analizzato dai colleghi di GeoPop, i fattori in gioco sono svariati.
Sarà necessario, in tale circostanza, stabilire un primo verde di circa venti secondi per la svolta a sinistra dalla strada principale. Poi c’è il verde per chi va dritto o a destra sempre dalla principale, sempre di venti secondi. E infine si azionano gli altri due semafori verdi: scattando dalle strade secondarie, il primo verde è per chi va a sinistra e il secondo per chi va dritto o a destra. Tutto ciò con il passaggio da verde, rosso e giallo.
Quindi gli specialisti devono fare una somma esatta di secondi. Nell’esempio riportato c’è un calcolo di 70 secondi, giusto poco più di un minuto, la durata media di un incrocio tradizionale. Tutto cambia in base alla tipologia di incrocio. Ci sono incroci in cui il verde dura di più, proprio per garantire un maggiore smaltimento del traffico. Si può arrivare ad una operazione 110 secondi, nelle situazioni più intricate, quasi due minuti. E in quel caso dovrete pazientare.
Premesso che ogni incrocio segue un suo ciclo, ora vediamo chi gestisce questo procedimento. I semafori nascono in America nel 1914 e, per diverso tempo, si è dovuto farli funzionare manualmente, mentre oggi sono, ovviamente, automatici ma devono essere tenuti sotto osservazione, in modo digitale, attraverso dei sistemi tecnologi che i più attenti avranno già notato. Accanto ai semafori vi sono delle cassette grigie che sembrano delle centraline dei cavi telefonici o di internet.
Per tenere sotto osservazione il sistema esiste il controllo a “ciclo fisso” o a “tempi fissi”, ovvero il semaforo segue degli intervalli sempre uguali, decisi in base alle caratteristiche dell’incrocio o della strada. Tutto dipende anche dalle fasi della giornata. VI sarete, sicuramente, accorti che la sera c’è un funzionamento diverso. Spesso sono lasciati in alcune aree con un arancio lampeggiante che invita alla prudenza ma anche al passaggio dopo aver controllato l’incrocio.
In quei casi, solitamente, il traffico è già stato smaltito, quindi non c’è bisogno di rispettare uno schema fisso. I semafori sono, generalmente, collegati a un centro di comando, detto anche centro semaforico. Da remoto i tecnici possono valutare la situazione in tempo reale e decidere di impostare gli intervalli diversi. Non tutti i semafori hanno delle telecamere. E per questo motivo che sono nati quelli automatici, con degli specifici sensori.
Anche in Italia stanno diventando molto comuni i semafori con il tasto a chiamata del pedone. Non sempre diventerà verde dopo pochi secondi dalla pigiata. Dipenderà molto dalla tipologia di schema fisso che segue l’ingorgo. Questo perché tra verde e rosso ci dev’essere sempre un intervallo fisso minimo, non è che può invertirsi un ordine prestabilito per la fretta di alcuni. La sicurezza per tutti è la priorità assoluta. Il pedone può avviare un comando, inviando una richiesta, che il semaforo registra, per poi lanciare il verde soltanto dopo che l’intervallo fisso è trascorso.
In questo caso l’intervallo minimo deve aggirarsi sui venti secondi. A quel punto il pulsante a chiamata premuto dal pedone accorcia i tempi ma devono trascorrere almeno quei 20 secondi. Quando sta per terminare l’intervallo, scatta il passaggio pedonale. Altre volte, invece, magari appare il rosso e quindi occorre aspettare il nostro turno a piedi dopo aver premuto il pulsante.
Il sogno di ogni automobilista è beccare la famosa “onda verde”. In quei rari casi, dove non siamo frenati da qualche automobilista che non si affretta a beccare l’onda perfetta, ci si ritrova sincronizzati con tutti i dispositivi previsti dal centro semaforico. Accade molto di rado, ma quando succede ci si sente i padroni della strada. Naturalmente non provate ad oltrepassare i limiti di velocità per continuare a prendere verdi all’infinito.
Il rischio è beccare un autovelox o un multa salata stesso dal sistema di registrazione delle telecamere. Non sempre la sincro avviene perché vi sono, come vi abbiamo anticipato, incroci diversi lungo il nostro tragitto. E’ possibile solo in alcuni frangenti della giornata, tra l’altro. Se vengono modificate le impostazioni di un solo semaforo, l’onda verde sparisce.
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