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Auto diesel e benzina, ora è ufficiale: arriva la decisione definitiva

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Chiara Rainis

LaIl Consiglio Europeo ha finalmente decretato il destino delle auto alimentate a carburante. Ecco cosa succederà a partire dal 2035.

Dopo un lungo tira e molla, nonché svariate ore di discussione, il Parlamento Europeo ha definito il futuro dei veicoli a diesel e benzina. Niente che non si sapesse, ma ora è stato messo nero su bianco. Fra poco più di un decennio, le case automobilistiche potranno rilasciare sul mercato soltanto produzioni elettriche, ma con un’eccezione. Saranno infatti accettati i mezzi spinti da carburante sintetico.

Auto a benzina e diesel (AdobeStock)

Martedì 28 marzo 2023 resterà una data storica per il Vecchio Continente. In quanto finalmente è stata data una direzione all’automotive dell’avvenire. A dispetto però di ciò che era stato preventivato nel luglio 2021, quando venne presentato il piano “Fit for 55” che prevedeva la totale abolizione dall’1 gennaio del 2035  dei propulsori a combustione nei ventisette Paesi dell’Unione, c’è una novità.

Se tutto sembrava già risolto, a inizio marzo la trattativa ha subito uno stop. Germania, Italia, Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca si sono unite contro il provvedimento rivoluzionario. Questo per un semplice ragione. A differenza di altre nazioni come la Norvegia dove le immatricolazioni di vetture full electric supera già il 55%, queste ad oggi sono ancora impreparate.

Auto a diesel e benzina, che fine faranno

Tornando alla notizia del giorno, già lo scorso giugno, in occasione della seduta di Consiglio dei ministri dell’Ambiente dei Paesi UE, la proposta aveva subito uno stallo, con la richiesta di introduzione di una Review Stage, ossia un obbligo di verifica per il 2026 dei passi avanti compiuti in ottica riduzione delle emissioni, tenendo conto dei possibili ritardi legati alla realizzazione delle reti di ricarica, che rappresenta una delle criticità da affrontare per la conversione.

Ora, ad un passo dal via libera, la Germania ha avanzato un nuovo piano da integrare a quello già esistente, comprendente l’apertura alle auto alimentate con i cosiddetti e-fuel, a quanto pare validi per abbattere l’inquinamento. Dunque, la stretta che doveva essere piuttosto severa per i costruttori, si ammorbidisce, concedendo maggior libertà di progettazione.

Così il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans ha annunciato su Twitter la conclusione dei lavori: “Con il voto finale l’Unione Europea ha compiuto un passo importante verso la mobilità pulita. La direzione è chiara. Nel 2035 automobili e furgoni nuovi dovranno avere zero emissioni“. Un’asserzione, questa, vera solamente in parte visto che come abbiamo raccontato, il Governo Scholz è riuscito a far imporre l’apertura ai motori termici purché funzionanti grazie a benzine prodotte con l’utilizzo di biomasse o scarti di materiale solido.

Rimasta inascoltata la domanda dell’Italia

Per quanto concerne il Bel Paese che spingeva per l’inserimento dei bio-fuel nel testo, ricevuta la bocciatura al suggerimento, ha preferito non esprimersi, anche se, in ogni caso, un parere contrario non avrebbe influenzato l’esito della votazione complessiva. Ora la speranza è che prima o poi ci siano delle aperture sotto questo punto di vista.

A tal proposito il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin ha affermato: “L’Italia ha apprezzato il cambiamento di direzione da parte della Commissione nell’accogliere la possibilità di immatricolare anche i propulsori endotermici dopo il 2035, non più soltanto quelli elettrici“, ha affermato ribadendo il concetto riguardante i carburanti eco-friendly, in cui lo Stivale si distingue avendo tanti scarti naturali. “E ovviamente siamo rimasti soddisfatti per l’interesse dimostrato dalla Commissione e dal Consiglio circa un’ipotetica  valutazione della neutralità tecnologica e dei biocarburanti anche prima della scadenza stabilita“.

Auto, lo spinoso tema dei punti di ricarica

In occasione della discussione e del voto relativo al passaggio parziale ai motori al 100% versi, Consiglio e Parlamento Europeo hanno trovato una prima e sommaria intesa, su un’altra questione cardine. Quella riguardante le colonnine per il recharge di mezzi di ogni tipologia e grandezza elettrici e ad idrogeno.

E’ stato dunque stabilito che entro la fatidica data del 2026, ogni 60 chilometri dovranno essere posizionate delle stazioni di ricarica ad hoc per le vetture. Questo, lungo le principali arterie stradali indicate nelle reti prioritarie dei trasporti dell’Unione.  Per quanto concerne invece furgoni, camion e autobus , i punti di “rabbocco” dovranno essere posizionati ogni 120 chilometri da qui al 2028.

Sul fronte impianti di erogazione dell’idrogeno la deadline è addirittura al 2031, con una presenza meno capillare ogni 200 chilometri. “L’accordo sulle infrastrutture di ricarica per veicoli green è positivo ma potrebbe non essere abbastanza senza un maggiore impegno degli Stati“, ha tuttavia denunciato l’ACEA (Associazione Europea Costruttori di Automobili).

Cosa ne pensa la Ferrari

Ricapitolando, il Parlamento Europeo ha stabilito che a partire dal 2035 potranno essere immatricolati tutti i nuovi veicoli elettrici, e quelli con propulsore endotermico, a patto che sfruttino dei carburanti sintetici, come voluto dalla Germania. Al momento, è invece stata respinta la richiesta italiana di aprire all’alimentazione “biologica”.

Già da diverso tempo alcuni marchi hanno optato per stravolgere la loro produzione facendo uscire dai loro stabilimenti solamente macchine a spina, o al massimo ibride. Di conseguenza, al di là del regalo ai tedeschi, hanno ben accolto la severità del provvedimento. Sotto questo profilo è altrettanto probabile che chi ha già operato la conversione totale alla batteria, non intraprenda neppure la strada degli e-fuel, alla luce soprattutto degli alti costi comportati da entrambi gli ambiti.

In sintesi, se i generalisti dotati di meno risorse proseguiranno per il binario intrapreso chi produce supercar e veicoli sportivi potrà avere qualche chance in più per sperimentare. Sicuramente ne saranno contenti gli amanti del genere che vedranno salvaguardato il tanto amato rombo, anziché rassegnarsi al sibilo delle elettriche.

Interrogato su questa virata improvvisa della UE,  che ha permesso ai propulsori a scoppio di non essere mandati in pensione, l’amministratore delegato della Ferrari, Benedetto Vigna, ha parlato di “buona notizia”. A margine di un evento organizzato dall’agenzia di stampa inglese Reuters, il manager ha salutato con favore la possibilità di realizzare auto full electric, di cui la prima in programma per il 2025, e altresì quelle con motore a combustione interna.

Anche Porsche è soddisfatta

Ugualmente giubilante si è dichiarata la Porsche. Il costruttore di Zuffenhausen, pur avendo l’intenzione di trasformare a batteria tutti i suoi modelli, non ha nascosto di bramare la riproposizione così come l’abbiamo sempre vista per le strade del mondo, aggressiva e rumoreggiante, del suo cavallo di battaglia, ossia l’iconica 911. E non è escluso neppure che ad essa possa aggiungersi qualche altra vettura di pregio di sua produzione.

Come riferito dalla dirigenza di Wolfsburg, tramite i carburanti sintetici sarà possibile offrire “un ampliamento di rilievo rispetto all’offerta attuale in termini di vetture con motore a combustione“. In generale per il colosso germanico, “la modifica attuata dell’accordo consentirà ai produttori e soprattutto ai consumatori di avere una chiara prospettiva di pianificazione“. In poche parole, non dovendo più limitarsi solamente al 100%, le Case potranno aumentare il numero di pezzi sul mercato.

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