Auto sottoposta a fermo amministrativo: è possibile farla rottamare?
Published by
Chiara Rainis
2 anni ago
Cosa succede se un’auto viene sottoposta a fermo amministrativo? E’ possibile farla rottamare? Come ci si deve comportare?
Poniamo il caso di voler mandare in rottamazione un’auto. Come dobbiamo muoverci se sappiamo che è sottoposta a fermo amministrativo? In realtà non possiamo fare un granché visto che in linea di massima non ve ne è la facoltà. Comunque per avere ben chiari i passi da compiere, è necessario dare una una definizione di ciò di cui stiamo parlando.
Un veicolo di questo genere ha ricevuto una o molteplici cartelle esattoriali per il mancato pagamento del bollo annuale, obbligatorio per tutti i possessori, ma anche semplici sanzioni pecuniarie. Dopo un tot di tempo, queste, inizialmente provvisorie, diventano definitive. A quel punto gli enti creditori bloccano il bene iscritto al PRA (Pubblico Registro) in questione e procedono alla riscossione di tributi, tasse o multe ricevute per la violazione del Codice della Strada.
Se anche il richiamo, rappresentato dalle cartelle, resta inevaso, allora il creditore è abilitato a rendere operativo il provvedimento di fermo della vettura presso un pubblico registro, impedendone la circolazione.
Auto con fermo amministrativo, si può rottamare?
Dunque, giuntia questo stadio il proprietario non ha più grossa libertà d’azione, perché di fatto il veicolo è in mano alle autorità e congelato. Oltre a non poter più prendere la via dell’asfalto, pena un’ulteriore multa, non potrà neppure essere demolita, o portata all’estero.
Qualora, poi, in pendenza del fermo il mezzo fosse stato ceduto ad altri, con un atto di vendita posteriore all’iscrizione del provvedimento, questo non potrà ugualmente spostato dal luogo preciso in cui si trova, nemmeno potrò essere radiato dal PRA.
Cosa fare quindi? E’ bene pagare o è meglio lasciar perdere? La scelta è libera. Successivamente alla notifica di iscrizione del provvedimento di fermo si può rateizzare il debito con l’ente creditore, e ottenere in cambio la sospensione dello stesso, anche se non la cancellazione dai pubblici registri che avverrà solamente a cifra coperta in toto. Oppure vi è la chance di lasciare insoluta la tassa da versare. A quel punto, il creditore potrà immediatamente mettere in vendita l’automobile, così da veder risolto il debito. All’ex possessore, ovviamente non andrà nulla dei ricavi.
Il fermo non è il pignoramento
Va precisato che quando si parla di fermo amministrativo, non si intende pignoramento. Il primo è una misura cautelare, perlopiù temporanea. Mentre il secondo è esecutivo e definitivo. Lo scopo stesso è differente. Nel caso della nostra analisi è quello di impedire al proprietario di vendere, cedere o distruggere un’auto con debiti in essere.
Solitamente questa pratica va sempre a buon fine, in quanto il debitore, pur di poter riavere pieno possesso del suo veicolo, paga. La differenza con il pignoramento, sta anche nel fatto che questo è un processo lungo e oneroso.
Cosa accade se si avanza con l’istanza di dilazione e quindi si accetta di pagare il debito? L’Agenzia delle Entrate ha comunque la facoltà di iscrivere il fermo nei pubblici registri. Tuttavia, se la rateizzazione è accetta, l’autovettura non potrà essere iscritto il fermo e il proprietario non potrà essere definito inadempiente.
Per capirci, se il fermo è stato iscritto sui registri prima della presentazione della richiesta di dilazione, questo sarà ritenuto valido. Solo al pagamento della prima rata, il debitore potrà ottenere la sospensione parziale del provvedimento e quindi riprendere a circolare. Per poterlo fare, però dovrà prima ottenere la quietanza dell’Ente che sta procedendo, in seguito presentata al PRA per ottenere l’effettivo via libera.
Come fare a scoprire se una macchina è sottoposta a fermo
Per individuare l’eventuale presenza eventuale di un fermo amministrativo non ci vuole certo una laurea. Ricevere una o molteplici cartelle esattoriali, metterle in cantuccio e lasciarle insolute, in particolare quelle riferite al bollo, è la via più semplice per subire questo tipo di provvedimento.
Detto ciò è bene specificare che l’Agenzia delle Entrate e Riscossione può avviare il procedimento per il fermo solo a due condizioni. Innanzitutto devono essere trascorsi sessanta giorni dalla notifica della cartella esattoriale. In secondo luogo devono esserne passati trenta dalla scadenza imposta al debitore per assolvere al pagamento.
Dal punto di vista pratico, o comunque in caso di dubbi, per verificare se un’auto è in stato di fermo, ci si può recare agli sportelli del Pubblico Registro Automobilistico (PRA) e fare domanda di visura della targa.
Trattandosi di un registro pubblico è consultabile da chiunque. Ciò significa che pure gli acquirenti di un veicolo possono in qualsiasi momento fare un controllo per assicurarsi dell’assenza di iscrizioni fermi amministrativi, ipoteche o pignoramenti.
La stessa procedura di richiesta può essere effettuata direttamente nelle sedi ACI più vicine al proprio domicilio, o ancora nelle agenzie specializzate in pratiche automobilistiche, o eventualmente pure da casa cliccando sul sito web dell’Automobile Club, nella sezione Servizi Online e Visure PRA.
Può essere rottamata una vettura con fermo?
Per concludere torniamo all’interrogativo che ci siamo posti all’inizio, ovvero se si può procedere a rottamazione. Alla luce di tutto quello che abbiamo detto, la risposta è assolutamente negativa.
Se proprio si desidera disfarsi di un’automobile “congelata” dal provvedimento, l’unica soluzione è pagare i debiti che la riguardano. A quel punto si potrà avviare la pratica di rottamazione. Chi si andrà ad occuparsi della demolizione, avrà facoltà di recuperare la targa e consegnarla al PRA per ottenere la radiazione totale della stessa dai pubblici registri. Attenzione però a non saltare nessuno degli step. Altrimenti la rimozione non potrà avere compimento.