Flavio Briatore è sicuramente uno dei personaggi più chiacchierati degli ultimi anni, ma in F1 è stato uno dei Team Principal migliori.
Di sicuro non si può piacere a tutti, questo vale per tutte le persone del mondo, ma Flavio Briatore ha diviso l’opinione pubblica davvero come pochi. Imprenditore di talento e uomo con il vero fiuto per gli affari spesso ha fatto parlare di sé anche per dichiarazioni sopra le righe.
Non è di questo però che vogliamo parlare oggi, ma del suo grande impatto all’interno del mondo della F1, dimostrandosi grandioso anche nel lanciare dei campioni quando ancora erano giovanissimi.
Sono due le Scuderie alle quali ha saputo legare il proprio nome in F1: la Benetton e la Renault. Andiamo dunque a vedere insieme che cosa ha fatto di grandioso l’imprenditore piemontese alla guida di queste vetture.
Quello che è straordinario da precisare è che nella storia di Benetton e Renault in F1 c’è solo un nome che è stato in grado di far vincere le due Scuderie: Flavio Briatore. Ovviamente il Team alle sue spalle gli ha dato una grandissima mano, ma nessuno né prima né dopo è stato in grado di imporsi.
Il suo nome è poi straordinariamente legato a quelli di Michael Schumacher e Fernando Alonso, due leggende che sono state scoperte proprio da Briatore.
Il primo anno nel quale Flavio Briatore entrò a far parte del mondo Benetton fu nel 1989 e i risultati inizialmente furono altalenanti. Già nel primo anno arrivò la vittoria con Nannini e poi nei due seguenti vinse tre gare il brasiliano Piquet.
Il vero cambiamento arrivò con l’arrivo di Michael Schumacher e il tedesco nel 1994 era pronto per lottare per il Mondiale con la Williams di Ayrton Senna. La triste morte del brasiliano a Imola sembrava spianare la strada per il Kaiser, ma Damon Hill riuscì a rimontare.
All’ultima gara erano divisi da un solo punto in classifica e il teutonico ad Adelaide si rese protagonista di una manovra azzardata, colpendo Hill e causando la doppia eliminazione di entrambi che valse il primo titolo a Michael e a Briatore.
Se il 1994 fu un anno molto emozionante, andò invece in scioltezza la conferma titolata. La Benetton aveva avuto degli sviluppi decisamente superiori rispetto alla Williams e Hill, partito subito da primo pilota, deluso le attese.
In qualifica la Scuderia inglese andava anche un pochino meglio, ma su 17 prove ben 9 vennero vinte da Michael Schumacher e altre due dal suo secondo Johnny Herbert. Il risultato fu dunque un’altra vittoria schiacciante, la seconda per entrambi. Purtroppo per Briatore dall’anno seguente il tedesco accettò la corte della Ferrari.
Dopo ben dieci anni di tempo, Flavio Briatore riuscì finalmente a guidare ancora una Scuderia di livello, con la Renault che voleva rompere la maledizione che l’aveva sempre allontanata dal titolo.
Il pilota che venne scelto per vincere fu Fernando Alonso, con lo spagnolo che in quella stagione riuscì a evitare la lotta con la Ferrari. La Rossa aveva dominato gli ultimi cinque Mondiali, ma nel 2005 la vettura non era all’altezza.
La lotta dunque fu con la McLaren di Kimi Raikkonen e nelle prime prove lo spagnolo riuscì a vincere ben cinque GP in nove uscite e iniziò a fare il largo. Nella seconda parte di stagioni furono tantissimi i piazzamenti, con sei podi consecutivi in altrettante gare, ma con solo una vittoria e alla fine fu titolo Mondiale.
Il Mondiale del “cuore” di Flavio Briatore è stato senza dubbio l’ultimo vinto in carriera. Nel 2005 Alonso aveva dominato la stagione, ma non aveva preso lo scettro dal Kaiser. Nel 2006 invece la Ferrari era tornata di livello e Schumacher era pronto a fare lo sgambetto al suo mentore.
A inizio anno la Renault si dimostrò nettamente superiore, con l’asturiano che nelle prime nove gare ne vinse sei e chiuse secondo le restanti tre prove, ma nel finale ecco la grande rimonta di Michael.
Tutto sembrava pronto per un testa a testa fino alla fine, ma il ritiro di Schumacher in Giappone alla penultima gara e conseguente vittoria di Alonso spianò la strada verso gli ultimi punti decisivi in Brasile. Briatore dunque vinse il suo quarto Mondiale in F1, con la classifica che vide nei primi due posti i piloti che lo hanno reso leggendario.
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