La Toyota è un’azienda storica delle quattro ruote, ma non tutti sono a conoscenza delle motivazioni attorno al nome che l’ha resa epica.
La produzione della Toyota negli anni è cresciuta in maniera sempre più evidente e la casa giapponese è da tempo una dei più importanti marchi al mondo. Non solo grandi qualità nella produzione delle proprie auto, ma allo stesso tempo anche l’affidabilità l’ha resa tra le più note.
Per molti la motivazione di questo grande successo è da attribuire anche al nome, perché va bene il duro lavoro, ma se ci fosse anche un pochino di buona sorte allora tutto potrebbe andare ancora meglio.
Colui che ha creato la Toyota è stato l’imprenditore Toyoda Sakici e inizialmente si chiamava la “Toyoda Automatic Loom“. In realtà aveva ben poco a che fare con le automobili, tanto è vero che è nata come un’azienda di telai tessili.
C’era però qualcuno che in famiglia voleva provare ad ampliare i propri orizzonti, con le quattro ruote che ormai erano diventate chiaramente il presente della società. Siamo negli anni ’30 e nel settembre del 1933 l’idea geniale arrivò al figlio Toyoda Sakichi.
Il suo nome tra l’altro non gli era stato dato in maniera casuale, infatti in giapponese significa “Fertile campo di riso“. Dunque sarebbe stato perfetto per poter dare il via a una nuova azienda.
Secondo i dirigenti però ci voleva qualcosa di maggiormente simbolico e significativo per poter portare anche la Dea bendata dalla propria parte. In Giappone il numero fortunato è l’8, per questo motivo ci fu un piccolo cambiamento nel cognome.
Si passò così da “Toyoda” a “Toyota” e la motivazione è derivata dal fatto che ci sarebbero stati così otto colpi di pennello per poter scrivere il simbolo.
Dunque l’idea era quella di creare un nome che ricordasse il cognome dei fondatori, ma che allo stesso tempo potesse essere scritto in otto passaggi. La scelta inoltre non era semplicemente di natura scaramantica, ma anche per un concetto di vita molto orientale.
In Europa sono pochissimi gli imprenditori che decidono di non utilizzare il proprio nome per sponsorizzare anche la ditta. Si tratta infatti di un modo per far capire a tutti quanti chi è stato a dire vita a quel marchio.
In Giappone invece il ragionamento è opposto. Il lavoro è una parte importante della vita, ma non stabilisce chi è la persona. La famiglia Toyoda vuole essere ricordata per quanto fatte dalle singole persone e non deve essere per forza associata al marchio automobilistico.
Vita privata e azienda non devono mai combaciare, ma devono essere sempre viste come due componenti ben separate. Il campo di riso comunque è sicuramente stato ben fertile, con la Toyota che ora un gioiello assoluto nel campo automobilistico.
Seguendo il diktat del Governo il sistema dei pedaggi è destinato a cambiare a tal…
Il gruppo Stellantis non vuole mettere da parte i motori termici e svela al mondo…
La Honda non è ancora al vertice del settore elettrico, ma ora è pronta a…
Shakira fa sognare ancora una volta i suoi fan e lo fa regalando una Lamborghini…
Nel corso della sua vita Gianni Agnelli ha avuto la possibilità di guidare le auto…
L'Alfa Romeo aveva dovuto affrontare il richiamo di Giulia e Stelvio a seguito di una…