La prova della Ducati in Portogallo è stata dominante, con Bagnaia che ha vinto, ma è tutta l’Italia a poter gioire per le proprie moto.
Che sia un periodo d’oro per le motociclette italiane lo si era ampiamente capito. La Ducati inizia il MotoMondiale 2023 con una grande e convincente vittoria di Bagnaia che vuole mettere a tacere i critici nei suoi confronti.
Quello che però fa piacere al termine della prova di Portimao è notare come non sia stato solo un dominio evidente della Ducati, ma di tutto il movimento italiano. Il Giappone ora ci guarda e ci ammira ancora di più.
Da quando è nata la MotoGP, la Ducati aveva vinto solo nel 2007 prima di fare il bis con Bagnaia nel 2022. Nel mezzo c’era stato un chiaro dominio delle case giapponesi, con Honda e Yamaha che hanno fatto il bello e il cattivo tempo.
I risultati dunque sono spesso stati deludenti, tanto che nemmeno Valentino Rossi aveva saputo riequilibrare la situazione. In Portogallo però sono state in totale cinque le moto italiane nelle prime cinque posizioni, un evento storico e straordinario.
Pecco Bagnaia in Ducati al primo posto, poi ci ha pensato l’Aprilia di Maverick Vinales a far parlare di sé, in seguito la VR46 di Marco Bezzecchi e fuori dal podio la Pramac di Joahn Zarco e la Gresini di Alex Marquez.
Cinque piloti, cinque moto italiane, cinque Scuderie diverse, un record straordinario che migliora così un risultato già eccezionale che era stato ottenuto in Gran Bretagna nel 2022.
Per quanto possa sembrare un risultato forse irripetibile, in realtà c’è stato un altro Gran Premio dove abbiamo avuto cinque vetture italiane nelle prime cinque posizioni. Basta tornare con la memoria solamente nel 2022, in quel di Silverstone, una tappa fondamentale per la rimonta al titolo di Bagnaia.
Pecco infatti vinse la sua seconda gara consecutiva, sfruttando l’ottavo posto di Quartararo e alle sue spalle fu un tripudio Tricolore. Anche in quel caso il secondo posto lo ottenne l’Aprilia di Maverick Vinales, ma il podio lo completò il compagno di squadra di Pecco: Jack Miller.
“Inutile” ai fini della statistica dunque la quarta piazza della Gresini di Enea Bastianini e il quinto posto della Pramac di Jorge Martin. Vero che ci sono state cinque moto italiane, con la distribuzione identica con quattro Ducati e un’Aprilia, ma mancava la VR46 e una Scuderia si ripeteva.
Il fatto che la VR46 non solo sia riuscita a entrare in questa classifica, ma abbia anche ottenuto un podio favoloso, è la testimonianza della crescita costante delle varie Scuderie. Sarà molto difficile rivedere uno scenario del genere, perché non ci sarà sempre l’assenza di Enea Bastianini, al quale auguriamo la più rapida guarigione.
Sarà però molto probabile vedere ancora la bandiera italiana sventolare alta e fiera nelle prossime gare, con la speranza di avere anche delle lotte interne, chiaramente a livello sportivo. Chissà che non ci possa dunque essere una pazza lotta tra Ducati e Aprilia nel 2023.
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