C’è stata una FIAT prima di Sergio Marchionne e dopo la scomparsa del manager italo canadese. Il suo lavoro è stato imprescindibile per la rinascita.
Vi sono uomini che avrebbero dovuto essere ricordati per la loro capacità imprenditoriali, al di là dei metodi. Marchionne, invece, pur essendo considerato un illuminato, altrimenti non avrebbe raggiunto la Presidenza della FIAT e della Ferrari, non è stato rimpianto come avrebbe meritato. La sua scalata sembra uscita dai più classici film americani.
Nato a Chieti, ha vissuto in Canada dove era stabilita sua zia. La famiglia, quando Sergio aveva 14 anni, decise di espatriare in Ontario. Sergio Marchionne completò gli studi e si laureò in filosofia presso l’Università di Toronto. Dopo aver conseguito la sua prima laurea decise di iscriversi a giurisprudenza alla Osgoode Hall Law School dell’Università di York, completandola con il massimo dei voti e conseguendo poi presso l’Università di Windsor, sempre in Canada, una Laurea in Discipline Commerciali (Bachelor of Commerce) ed un Master in business administration.
Dopo il lungo periodo di studi iniziò a lavorare come procuratore legale, avvocato ed esperto contabile. Decise di abbandonare gli studi legali per dedicarsi ad una attività dirigenziale. Dal 1985 al 1988 ricoprì il ruolo di controllore di gruppo e poi direttore dello sviluppo aziendale presso il Lawson Mardon Group di Toronto. Dal 1989 al 1990 fu vicepresidente esecutivo della Glenex Industries, mentre dal 1990 al 1992 fu responsabile dell’area della Acklands.
Una carriera irrefrenabile che lo portò ad operare nello sviluppo legale e aziendale della Lawson Group, acquisito da Alusuisse Lonza (Algroup) nel 1994. In seguito guidò il Lonza Group Ltd, separatosi da Algroup, in veste di amministratore delegato prima e di presidente poi. La sua carriera in Svizzera proseguì nel CdA del gruppo biotecnologico Serono. Dopo una ulteriore esperienza in UBS, fu adocchiato da Umberto Agnelli.
L’esperienza in FIAT di Marchionne
La famiglia Agnelli, proprietari del brand automobilistico torinese, erano alla ricerca di un profilo esperto. La FIAT stava attraversando un periodo di crisi e aveva bisogno di un rilancio. Marchionne fu designato da Umberto Agnelli in persona, entrando nel CdA della casa del Lingotto nel 2003. Nella SGS, in seguito alla morte di Umberto Agnelli e alle dimissioni dell’a.d. Giuseppe Morchio, fu selezionato come amministratore delegato Marchionne.
Per l’italo canadese l’occasione nacque proprio con il rifiuto di Morchio di continuare a ricoprire la carica di a.d., perché avrebbe voluto fare l’ultimo step con la Presidenza della FIAT. A quel punto la strada fu spianata a Marchionne per la felicità della famiglia Agnelli. Dopo alcuni contrasti con il dirigente austriaco Herbert Demel, nel 2005 prese la guida del marchio italiano.
L’impatto di Sergio
Grazie alle strategie del manager la FIAT tornò ad essere competitiva sul piano internazionale. La creazione di FCA aprì nuovi scenari. A maggio 2010 si insediò anche nel Consiglio di amministrazione di Exor S.p.A.. La presenza del manager nell’organigramma portò un totale rilancio dei brand della controllata della famiglia torinese. Furono immessi sul mercato tanti nuovi modelli come l’Alfa 159, la Nuova Fiat Bravo, la Fiat Nuova 500, la Grande Punto, l’auto più venduta in Italia nel 2006 e nel 2007.
Pensate che durante la sua gestione, il titolo FIAT è passato da un minimo prossimo ai € 4 del 2005 ai € 23 del luglio 2007. La casa italiana si è ripresa in borsa, dopo dei cali clamorosi, principalmente grazie alle intuizioni di Marchionne. Pensate che solo l’annuncio dell’arrivo dell’ex manager della FIAT in Borsa permise di limitare la perdita di solo l’1,04%, condizione che fin da subito fece capire come Sergio era visto come la persona giusta al momento giusto per la casa piemontese.
Era riuscito a fare la differenza anche negli in anni in Ferrari, tentando anche di risollevare la Scuderia modenese. Nel 2017 e nel 2018 la Rossa era tornata a lottare, purtroppo la scomparsa di Marchionne del 2018 distrusse tutti i sogni di crescita. Il suo ruolo è stato preso da John Elkann, erede designato di Gianni Agnelli.