Pecco Bagnaia e Alvaro Bautista sono stati con merito campioni del mondo nel 2022, ma qualcuno storce spesso il naso su di loro.
La Ducati sa di avere due campioni all’interno della propria Scuderia ed entrambi sono nel mito della casa di Borgo Panigale. Pecco Bagnaia ha riportato il titolo mondiale dopo il 2007, anno in cui vinse Casey Stoner, e Alvaro Bautista lo ha fatto dopo il 2011, con trionfatore Carlos Checa.
Ma quanto è effettivamente il merito dei due campioni del mondo e quanto è la moto a fare la differenza? Sono davvero loro i due i migliori a livello di MotoGP e di Superbike?
Non vogliamo in alcun modo screditare il valore e il talento del piemontese e dello spagnolo, due piloti che di sicuro si sono guadagnati con il sudore della fronte tutti i loro traguardi.
Correre per una grande Scuderia non significa essere sicuri di vincere. Solo i grandi piloti guidano le grandi moto e Bagnaia e Bautista sono due campioni. Specificato questo punto analizziamo però come possono essere visti rispetto ai loro principali rivali.
Bagnaia con Quartararo e Marquez: spagnolo davanti a tutti
Tutti e due vivono una situazione molto simile, perché da un lato devono vederselo con un mito della loro competizione, mentre dall’altra hanno il nuovo che avanza. Per Pecco Bagnaia l’insidia numero si chiama Marc Marquez.
Lo spagnolo ha saputo dominare in lungo e in largo la competizione, non dando la possibilità ai rivali di poter anche solo avvicinarsi al suo dominio. L’iberico è ancora oggi il numero uno assoluto delle due ruote e solo una Honda poco competitiva lo sta frenando.
Particolare invece il caso di Fabio Quartararo, con il francese che probabilmente in queste due stagioni è stato il vero numero uno. Nel 2021 ha anche avuto modo di portare a casa il titolo mondiale, mentre nel 2022 il crollo della Yamaha nella seconda parte di stagione lo ha estromesso dai giochi.
La differenza tra Bagnaia e Quartararo era però assolutamente evidente, basti notare i risultati dei due secondi piloti. Jack Miller si è piazzato quinto, con sette podi e una vittoria, mentre Franco Morbidelli è solo diciannovesimo e con il settimo posto come miglior piazzamento.
L’albo d’oro conta e deve essere preso in considerazione, ma siamo sicuri a moto invertite non solo avremmo visto un esito diverso, ma forse non avremmo avuto un campionato molto meno equilibrato e non deciso all’ultima gara?
Bautista alla ricerca di Rea e l’incubo Razgatlioglu
Passiamo ora alla Superbike e a un pilota che ha dimostrato di poter essere dominante. Il 2022 ha dato un grande slancio ad Alvaro Bautista che ha potuto così cancellare il disastro del 2019 e gli anni bui in Honda.
La sua Panigale V4R è dominante, ma vediamo come si comporta davvero contro i rivali. Jonathan Rea sta vivendo una stagione nera con la sua Kawasaki che ormai è nettamente la terza vettura del Mondiale.
Il talento del nordirlandese è ancora indiscutibile, ma soprattutto è chiara la crescita di Razgatlioglu. Nonostante una Yamaha che fatica in maniera evidente nel passo gara con la Ducati per due SuperPole consecutive, con questo regolamento che è una delle ultime novità, è stato davanti ad Alvaro.
Primo in Australia e primo in Indonesia, dimostrazione del fatto che nel giro secco è in grado di far volare una Yamaha non perfetta. Inoltre ricordiamo come Toprak sia stato l’unico vero campione capace di battere in uno contro uno di un certo livello Rea nel 2021.
La Ducati fa bene a puntare sui suoi due campioni del mondo, ma il Motorsport è fatto davvero di tantissime componenti, per questo motivo vi giriamo la domanda. Chi secondo voi è il numero uno in MotoGP e Superbike a prescindere dal valore della moto?