La Ferrari manca di una figura fondamentale ormai da anni, ma c’è anche un altro aspetto che va rivisto subito. Allarme rosso a Maranello.
Domenica da incubo per la Ferrari a Jeddah, che ha confermato il fatto che il Bahrain non è stato un caso isolato come molti sostenevano, ma che questa macchina è sbagliata. Non sembra esserci nulla da poter fare per migliorare la situazione, se non pensare al futuro ma in maniera molto seria.
Frederic Vasseur, nuovo team principal della Ferrari, dovrà ora prendere in mano la decisione e prendere posizione, perché non è accettabile continuare a fare certe figure. Nelle prossime righe, proveremo a fare un quadro della situazione, facendo leva su una figura che manca ormai da troppi anni a Maranello.
Ferrari, manca la figura di un direttore tecnico
Una domanda che molti si pongono è relativa al nome di colui che progetta la Ferrari, e da questo punto di vista, occorre specificare che non c’è un nome che spicca su tutti. Mentre le Red Bull sono riconducibili ad Adrian Newey, le Mercedes a Mike Elliott e le Aston Martin a Dan Fellows, a Maranello è tutto differente.
Infatti, non esiste un direttore tecnico, l’ultimo era stato Mattia Binotto che lasciò la carica nel 2019, poco dopo essere diventato team principal. La SF-23, così come le ultime, è figlia di David Sanchez ed Enrico Cardile per quello che riguarda la parte telaistica ed aerodinamica, con il primo che si è dimesso dopo la prima gara, confermando le enormi difficoltà viste in queste prime settimane di attività.
Il reparto power unit è curato da Enrico Gualtieri, e va detto che ormai questa squadra ha delle lacune chiare in ogni settore. Durante la trasmissione Race Anatomy andata in onda nella serata di domenica su “SKY Sport F1“, il sempre puntuale ingegner Luigi Mazzola ha indicato la strada alla Ferrari, affermando quelle che sono le tre operazioni che dovrà fare Frederic Vasseur in questi giorni.
Prima di tutto occorre motivare una squadra che ormai è al collasso, probabilmente divisa al suo interno, e cercare di introdurre le figura di un direttore tecnico. Serve prendere il meglio da un team esterno, anche se Mazzola non ha voluto rivelare il nome della persona che a suo parere farebbe il caso del Cavallino.
In seguito, va rinforzato anche il reparto tecnico, possibilmente senza licenziare tutti quelli che ci lavorano già ora, ma andando a creare un ambiente di lavoro sempre più grande ed in cui la gente può cooperare per bene al suo interno. Ovviamente, è molto più facile a dirsi che a farsi, ma le cose al momento stanno così e c’è ben poco da fare.
Il direttore tecnico è imprescindibile anche a livello organizzativo, perché almeno dà modo anche di aprire dei confronti con i capi della squadra su ciò che funziona e ciò che non funziona. La ricostruzione della Scuderia modenese sarà lunga e faticosa, ma visto che questo campionato è già finito servirà fare il massimo per risollevare questo team.
Corsa contro il tempo per il progetto 2023 della Rossa
La Ferrari deve decidere cosa fare del progetto attuale, ed è proprio qui che potrebbe fare comodo la figura di un direttore tecnico. A Maranello c’è grande caos riguardo a come agire sulla SF-23, che sembra avere troppe lacune per essere rilanciata. La Mercedes, nelle parole di Toto Wolff, ha fatto capire che presto arriverà una vettura dalle forme del tutto diverse, e che questo concetto no sidepod verrà finalmente abbandonato.
Per il momento, secondo il manager austriaco, stanno arrivando ottimi risultati in galleria del vento, ed è probabile che il team di Brackley già da Imola arrivi con un’auto dalle forme del tutto rinnovate, più simile alla Red Bull. La Rossa, invece, appare in alto mare, con Frederic Vasseur che ha parlato in Bahrain di un problema legato al set-up e non al concept dell’auto, facendo capire che non c’è alcun progetto alternativo in essere.
Questo potrebbe voler dire che non cambierà nulla di così sostanziale, ed in quel caso, anche degli sviluppi non farebbero la differenza. Se un progetto è sbagliato, puoi portare tutto ciò che vuoi, ma pensare di lottare per il podio resterebbe comunque un miraggio. Il tempo delle scuse è finito.