La FIAT è l’azienda cardine in Italia per quanto riguarda le auto eppure a molti è sconosciuta la motivazione del suo nome.
In Italia la cultura dei motori è praticamente ben radicata in ogni casa e in ogni città. Una delle aziende che ha però saputo entrare maggiormente nel cuore della popolazione è sicuramente la FIAT.
La casa torinese nel corso degli anni ha dimostrato di sapersi migliorare e sviluppare sempre di più, abbracciando tutti i possibili compratori. La sua storia è però davvero molto affascinante, per questo motivo è giusto capire il perché sia nata con questo nome.
Partiamo subito con il dire che si tratta di una sigla e dunque non dovete stare a pensare che ci possano essere in qualche modo una serie di significati nascosti da dover interpretare.
La FIAT si tratta semplicemente di “Fabbrica Italiana Automobili Torino”, per questo motivo è nata questa sigla che nel corso degli anni è diventata sempre di più un marchio di qualità. Non si tratta comunque di un caso che sia stato scelto questo nome, anzi la storia del nome è tutta da scoprire.
Inizialmente a Torino vi erano già alcuni costruttori di automobili, con i due nomi più noti che erano Emanuele Cacherano di Bricherasio e Cesare Goria Gatti. Sono coloro che hanno avuto modo di dare vita all‘Automobile Club Italia, conosciuto da tutti come Aci, ma già prima della FIAT avevano pensato ala creazione di un sodalizio automobilistico.
Si partì infatti come la creazione dell’Accomandita Ceirano & C., un gruppo che ha portato così alla nascita della Welleyes, una storica vettura prodotta da Aristide Faccioli. Da lì in poi il capoluogo piemontese capì come sarebbe stato possibile unire finalmente le forze per un unico grande progetto.
La FIAT nasce con un altro nome: il cambio a Torino
Si riunirono così tutti i più grandi imprenditori dell’epoca della città piemontese e tutti quanti erano intenzionati a dare vita a un progetto ricco e fruttifero. I primi tasselli vennero siglati al Caffé di Madame Burello, mentre la sigla dal notaio avvenne a Palazzo Bricherasio.
Dopo un iniziale rifiuto, si convinse anche come ultimo grande nome quello della famiglia Agnelli, gente che avrebbe fatto qualcosina poi nel futuro dell’azienda. In principio però avrebbe dovuto chiamarsi solamente “FIA”, ovvero “Fabbrica Italiana di Automobili”.
Siamo però ancora alla fine del 1800 e se c’era una zona d’Italia che aveva nel proprio sangue ancora un senso di indipendenza era proprio la regione piemontese. Aveva perso da pochi anni anche il ruolo di Capitale della nazione e allora ecco che Aristide Faccioli decise di metterci lo zampino.
Fu lui il principale promotore per l’inserimento del nome di Torino all’interno della sigla, in modo tale da rendere ancora più chiaro da dove provenisse il primo leggendario marchio di auto italiano.
A sponsorizzare l’acronimo vi era anche Cesare Goria Gatti, dato che in latino il significato di “fio” era di “divenga”. Il nome dunque aveva un richiamo alla Bibbia e questo non piaceva tropo a Emanuele Cacherano di Bricherasio, fortemente marxista.
Alla fine tutti quanti si convinsero e il nome è diventato così in breve tempo uno dei più noti e conosciuti nella storia delle quattro ruote.