Gasato dal successo ottenuto in Arabia Saudita Perez manda messaggi inequivocabili al team energetico. Quello che vuole è chiaro.
Prepariamo i popcorn e mettiamoci comodi sul divano. Quello che regaleranno da qui ad Abu Dhabi Verstappen e Perez sarà uno show sullo stile Hamilton- Rosberg nel 2016. Perché ne siamo convinti? Per le parole pronunciate dal messicano al termine del GP dell’Arabia Saudita che lo ha visto vincitore. Ultima puntata, per ora, di una serie di punzecchiature cominciate già lo scorso anno e culminate con il famoso alterco a favor di media per il mancato aiuto da parte di Max quando Sergio si stava giocando la seconda piazza piloti con il ferrarista Leclerc.
Le due gare disputate in questo primo scampolo di 2023 hanno visto trionfare entrambi. Con il campione in carica in grado di fare la differenza in Bahrain, e il driver di Gudalajara ad imporsi domenica scorsa a Jeddah. Uno a uno palla al centro, quindi. E chissà come finirà.
La sensazione è che la battaglia per la coppa più prestigiosa si risolverà tra loro non senza tensioni e nervi tesi, che potrebbero mettere alla prova il responsabile dell’equipe Christian Horner, ormai da tempo in panciolle non avendo alcuna questione interna da dirimere.
Effettivamente la Red Bull ha dimostrato di avere un altro passo rispetto alla concorrenza, e di possedere tutto ciò che serve per concatenare doppiette a manetta. Stando alle forze in campo viste finora, soltanto Aston Martin potrebbe darle fastidio in certe occasioni. E forse Mercedes, ma in una fase più avanzata nel campionato. Per quanto concerne la Ferrari, la Scuderia pare ancora troppo debole da poter ambire anche ad una semplice vittoria di corsa.
Perez pretende la fascia da capitano
Dunque, sono attese botte da orbi a Milton Keynes. E un assaggio i due galletti ce lo hanno regalato nell’evento saudita. In particolare quando Checo, nelle battute conclusive, ha temuto che dal muretto gli stessero tendendo un tranello in merito al passo da tenere, così da permettere al collega di chiudere il gap e magari di sorpassarlo.
Di come sono andati quegli istanti, ne ha parlato lo stesso Mad Max una volta giunto al traguardo. “Quando mancavano poche tornate alla fine, ho domandato chi avesse il giro veloce. E mi è stato risposto che sarei stato libero di attaccare. Concedendo un punto extra è normale volerci provare“, il suo racconto, volto a motivare il perché dell’assalto conclusivo al cronometro, annacquando la tesi che volesse soffiare la prima piazza al 33enne.
Per nulla d’accordo con la storia narrata dal figlio d’arte, il #11 sceso dall’auto ha rivelato di aver ricevuto un altro tipo di indicazione. “A me è stato riferito che avevo il miglior riscontro e che avrei dovuto solamente tenere il ritmo“, ha denunciato infastidito.
L’ansia di essere gabbato dai suoi è evidentemente molto forte nel centroamericano, tanto da aver chiesto in maniera pubblica una revisione del modo di comunicare, così da evitare il ripetersi di situazioni del genere. “Dovremo cambiare qualcosa, perché è certo che Max non aveva capito quello che avevo inteso io“, l’invito alla scuderia, a cui ha fatto seguire un avviso, quello che non accetterà più di fare il secondo, la spalla di Verstappen.
“E’ scontrato che il titolo ce lo giocheremo noi. Ne consegue che dovremo chiarire le posizioni. Quest’anno tocca a me diventare iridato“, ha concluso alzando la voce. La domanda che ci si pone è se davvero il contratto da lui firmato prevedesse le pari opportunità all’interno della line-up. Considerato il rapporto che lega il #1 al talent scout Helmut Marko viene difficile da credere. Ma come sempre in F1, mai dire mai. Il duello potrebbe veramente proseguire a briglia sciolta.