La F1 si è ritrovata a dover fare i conti con una Safety Car senza senso a Jeddah, ed ora c’è davvero da riflettere su questo spettacolo.
Il Gran Premio dell’Arabia Saudita ha messo la parola fine sul mondiale di F1 targato 2023. Se c’erano speranze sul fatto che il Bahrain potesse essere un episodio isolato, l’appuntamento di Jeddah ha messo in chiaro i valori in campo. La Red Bull, al pari della Mercedes di qualche anno fa, corre in una categoria diversa da tutti gli altri.
I regolamenti che hanno riportato l’effetto suolo in F1 sono stati un vero e proprio buco nell’acqua, distruggendo tutto ciò di buono che si era visto nel 2021. Inoltre, la credibilità di questo sport sta crollando anche per via delle decisioni dei commissari, tra cui la folle Safety Car entrata in pista domenica scorsa.
Ennesima brutta figura per una F1 che sta calando sempre più in basso in quel di Jeddah. Poco prima di metà gara, l’Aston Martin di Lance Stroll ha accusato un problema tecnico, con il box che lo ha avvvertito di fermare la vettura in pista il prima possibile. Il canadese ha agito di conseguenza, dimostrandosi molto corretto nel parcheggiare in una zona dove c’era la via di fuga, all’altezza della curva sopraelevata.
Incredibilmente, la direzione gara ha deciso di mandare in pista una Safety Car che non aveva motivo di esistere, compattando il gruppo e falsificando tutti i distacchi che si erano venuti a creare in quel momento. Il motivo dell’entrata della vettura di sicurezza, che abbiamo spiegato in basso, è molto discutibile, e fa capire quanto la FIA sia caduta in basso in queste situazioni.
Ricordiamo infatti che i commissari che prendono certe decisioni non sono della F1, ma proprio della Federazione Internazionale, ed il Circus a volte esce molto danneggiato da tali scempiaggini. Anche quello che è accaduto a Fernando Alonso è fuori da ogni logica, con lo spagnolo che è stato privato del podio dopo aver tagliato il traguardo, con la direzione gara che ci ha poi ripensando riposizionandolo davanti a George Russell.
La situazione sta diventando molto difficile da leggere, e c’è la sensazione che questa dittatura della Red Bull non stia mandando in crisi soltanto le altre squadre, ma anche tutto il movimento. Come vedremo in seguito, stavolta non si è trattato di eccessiva sicurezza, ma della volontà di creare uno spettacolo finto in una gara a dir poco noiosa.
La F1 si ritrova davanti ad una stagione 2023 che rischia di essere una delle più noiose della storia, al pari dei domini più importanti da parte di Ferrari negli anni Duemila o dei recenti cicli Mercedes. La Red Bull ha un gap prestazionale sulla concorrenza che è di circa un secondo al giro sulle gomme Dure, praticamente un’eternità che è irrecuperabile nell’arco di un solo campionato.
A questo punto, la grande fama del Circus rischia di essere messa in discussione, perché il pubblico potrebbe stancarsi facilmente. La Safety Car fatta entrare a Jeddah per la presenza nella via di fuga dell’Aston Martin di Lance Stroll puzza tanto di ricerca forzata per lo spettacolo, dal momento che la vettura del canadese, come già spiegato, era ben lontana dal poter creare problemi.
La FIA ha poi spiegato con un comunicato ufficiale che la vettura di sicurezza è stata mandata in pista perché la verdona di Stroll non poteva restare in quel punto, in quanto ostruiva il passaggio dei trattori in caso di incidente in quel tratto, ed in questi casi, si dice che la toppa è peggio del buco.
Il discorso sicurezza, con questa Safety Car, c’entra poco e nulla, ma va detto che anche il poter pensare di creare show compattando il gruppo non ha alcun senso. Max Verstappen, infatti, ha fatto fuori senza problemi George Russell prima e Fernando Alonso poco dopo, blindnado un secondo posto che era scontato.
Nulla potrà fermare la dittatura delle Red Bull, e mandare in pista la vettura di sicurezza per un motivo del genere è quanto di peggio si possa fare in certe situazioni. A questo punto, viene da porsi delle domande sulla genuinità di questo sport, che rischia di toccare un punto di non ritorno.
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