La FIAT riuscì ad acquistare la Ferrari al termine di una trattativa che è stata una delle più importanti nella storia d’Italia.
FIAT e Ferrari sono sicuramente due delle più importanti aziende che siano mai nate in Italia in ambito di motori. La prima ha rappresentato una speranza per milioni di italiani alla fine della Seconda Guerra Mondiale, mentre la seconda un sogno a occhi aperti.
Nonostante le enormi differenze per quanto riguarda la loro realizzazione, queste due marche hanno comunque potuto unire le forze grazie a un accordo che è entrato nella storia.
Siamo negli anni ’60 e il boom economico ha ormai colpita tutta l’Italia. C’è voglia di novità e anche un po’ di bella vita, per questo motivo le automobili viaggiano sempre di più nelle nostre strade.
Con l’inizio della F1, la Ferrari è stata una delle più importanti auto fin da subito, grazie a una serie di prove straordinarie e a ben cinque titoli del mondo vinti con campioni come Alberto Ascari, Mike Hawthorn, Phil Hill e John Surtees.
La FIAT si era invece già da tempo ritirata dalle prove su pista, ma la volontà di accrescere il proprio marchio da parte della famiglia Agnelli, spinse l’Avvocato a provare una nuova strada: l’acquisto della Ferrari.
Negli Stati Uniti, nella realtà prototipi, la Ferrari intanto se le dava di santa ragione con la Ford, con questa che nel 1967 offrì un totale di ben 18 milioni di dollari per poter acquistare il Cavallino.
Il grande Enzo però non si scompose minimamente e non poteva accettare che la sua creazione finisse nelle mani americane. Diverso invece fu l’interessamento di Gianni Agnelli, con l’Avvocato che capì il modo per poter trovare l’accordo tra le parti.
FIAT e Ferrari al 50 e 50: divisione corse e serie
Il motivo per il quale Enzo Ferrari decise di vendere il 50% delle quote alla famiglia Agnelli fu molto semplice ed è legato al fatto che il modenese non era mai stato un amante delle auto di serie. Certo, sapeva benissimo che si trattava di una componente importante, ma per lui c’erano solo le corse.
Dal canto suo Gianni Agnelli, morto per motivi drammatici, invece non aveva grosso interesse per la componente sportiva e allora i due si divisero equamente i compiti, con l’accordo di non immischiarsi negli affari gli uni degli altri.
La cifra inizialmente pattuita era di 4 miliardi di Lire, con la famiglia torinese che avrebbe voluto acquistare il 66% delle quote azionarie, ma alla fine quei soldi bastarono per la metà.
Enzo Ferrari aveva ampiamente le competenze per poter gestire nel miglior modo possibile il reparto corse e Gianni Agnelli aveva l’istinto del grande imprenditore e soprattutto il gusto giusto per creare grandi macchine.
Nacque così il leggendario sodalizio che portò casa Agnelli a diventare proprietaria al 100% della Ferrari nel 1988, anno della morte di Enzo Ferrari, ma il 18 giugno 1969 rimane ancora oggi uno dei momenti più importanti che siano mai esistiti nella storia dell’automobilismo italiano.