Juan Manuel Fangio è stato uno dei più grandi piloti della storia, ma in pochi sanno il perché del suo terribile rapimento.
Per tutti quanti Juan Manuel Fangio è stato il grande punto di riferimento della F1 degli anni ’50, capace anche di tagliare grandi record, un fenomeno assoluto che ha saputo portare a casa ben 5 titoli Mondiali. Il suo nome dunque è molto famoso ancora oggi, ma non tutti sono a conoscenza del fatto che poco prima di una gara venne rapito.
Dobbiamo tornare con la memoria all’inverno del 1958, più precisamente a febbraio, con l’argentino che aveva vinto da poco il suo quinto titolo in F1 con la Maserati ed era così il pilota più famoso al mondo.
Questo spinse anche il governo cubano del tempo, governato da Fulgencio Batista, a organizzare un evento che si sarebbe tenuto il 24 febbraio nel quale si sarebbe disputato il Gran Premio di Cuba, con Fangio grande ospite d’onore.
Tutto quanto sembrava andare per il verso giusto, con Fangio che risiedeva all’Hotel Lincoln, uno dei più lussuosi di tutta Cuba, ma nel cuore della notte del giorno prima, il sudamericano venne svegliato da un gruppo di rivoltosi.
Si trattava dell’esercito rivoluzionario guidato da Fidel Castro, con un uomo che toni pacati, così ha raccontato molti anni dopo l’argentino, gli disse di salire sull’auto, una Plymouth di colore nera.
Il pilota venne messo sul pavimento dei veicolo e Fangio raccontò che era praticamente certo del fatto che in quel momento gli avrebbero sparato, ma il colpo non partì mai. Il lavoro era rischioso, per questo motivo il tentativo di depistaggio, nonostante il Chueco non conoscesse le strade di L’Avana, porta al cambio di due auto e il giro completo della Capitale.
A un certo punto si arrivò per fortuna a destinazione e si trattava di un vecchio rudere nella zona più periferica di L’Avana e lì si trovò di fronte a una strana realtà.
I rapitori sono fan di Fangio: lo strano caso a L’Avana
Vi erano chiaramente molti timori in quel momento per Fangio che non poteva immaginare che cosa gli sarebbe successo di lì a poco, ma per sua fortuna i rapitori furono chiari. Il loro intento era non farlo correre in modo tale da non ingigantire la propaganda di Batista.
Non era assolutamente dei terroristi che volevano fargli del male, anzi molti di loro erano dei tifosi di Fangio che iniziarono a tessere le lodi dell’argentino per le imprese in pista. Non ci fu il minimo problema nel far mangiare un pranzo abbondante al cinque volte campione, con questi che passò una giornata…a firmare autografi e a rispondere a domande.
Più che per una gara dunque sembrava essere venuto per una conferenza stampa un po’ particolare e quando arrivò il 24 febbraio, con il “Movimento 26 Luglio” che aveva annunciato al mondo il rapimento di Fangio, il pilota non volle nemmeno vedere la gara.
Avrebbe sicuramente voluto correre, ma un bruttissimo incidente durante la prova portò alla morte di ben sei piloti e forse quel rapimento salvò la vita a Fangio. Il giorno seguente venne definitivamente liberato e spedito subito su un volo per Miami dove divenne cittadino onorario della città della Florida e da lì ripartì normalmente la sua vita.
Un momento che di sicuro non verrà mai dimenticato dal cinque volte campione del mondo sudamericano che ha sempre ricordato quell’evento con grande tranquillità e simpatia, nonostante ci sia stata anche molta paura.