Il talent scout della Red Bull Marko gioca con gli avversari? Alla vigilia del GP di Jeddah, l’austriaco si mostra in ansia per il futuro.
Helmut Marko è un grande comunicatore. La sua malizia e la sua severità bucano lo schermo. Di conseguenza è difficile che le sue dichiarazioni non facciano immediatamente il giro dei media. Ma entriamo a bomba su quanto ha pronunciato questa volta. Detta così fa già ridere ma a suo avviso, quanto prima la scuderia energetica comincerà a soffrire per colpa della penalità ricevuta per la violazione del budget cap 2021.
Per chi non ricordasse, la Red Bull ha subito una multa di sette milioni di dollari e la decurtazione del 10% del tempo a diposizione in galleria nel vento. Tutto ciò, per aver utilizzato più soldi del dovuto nello sviluppo della RB16B, anche se loro si sono sempre difesi sostenendo di aver fatto male i calcoli sulle cifre da inserire nel report da consegnare alla FIA per quanto concerne il catering.
Colpa di qualche pasto di troppo, o meno, sta di fatto che prima Max Verstappen si è laureato campione del mondo, e nel 2022 ha bissato e la squadra si è portata a casa pure la coppa costruttori. Sarà un caso? Non è questo il momento per soffermarsi sulla questione.
Il punto è il seguente. Se globalmente le ultime vetture nate dalla penna di Adrian Newey sono ben riuscite e dotata di un certo vantaggio, secondo il plenipotenziario, per colpa delle punizioni di cui sopra, verrà tutto a mancare.
Marko preoccupato per le penalità. Sono solo parole?
Si in fase di test, che in occasione del primo round stagionale che si è svolto in Bahrain, l’equipe con base a Milton Keynes ha dato prova di essere su un altro pianeta rispetto agli avversari. Veloce ed affidabile, si è mangiata tutti in quel di Sakhir, conquistando di forza subito una doppietta. Sicuramente una rondine non fa primavera. Ma per togliere i due sigilli agli austriaci è probabile che debba capitare qualcosa di davvero anomalo.
“Ci siamo preparati al meglio per l’annata“, ha confessato a Motorsport.com il cacciatore di talenti. “Una volta appreso della penalizzazione, abbiamo capito che avremmo dovuto essere il più efficienti possibili ed entrare nella wind-tunnel con un piano chiaro“,
A quanto pare missione compiuta. Eppure qualcosa agita l’animo del 79enne, poco convinto che si potrà proseguire così. Con un passo tanto superiore in confronto a quello degli altri. “Man mano che il campionato andrà avanti, i nostri competitor avranno la chance di dedicarsi all’aerodinamica, per cui il gap si andrà a ridurre. Per questo motivo, oggi, è estremamente importante guadagnare al massimo“, ha messo sul tavolo i propri timori sui mesi a venire.
Al momento la RB19 sembra volare, ma per l’ex driver è tutta apparenza. Sul tracciato del Golfo sono state favorite le macchine, come la loro, in grado di gestire al meglio le gomme, ma non si è trattato di una vera e propria superiorità.
La coppa non è scontata
“La gara è stata disputata su un circuito particolare, dove la superficie è estremamente ruvida, il che significa che l’usura degli pneumatici gioca un ruolo cruciale“, ha spiegato forse per allontanare l’attenzione e la pressione mediatica dalle spalle dei suoi ragazzi.
“Sì, abbiamo fatto una buona prestazione, però non è vero che abbiamo il Mondiale in tasca e vincere tutti gli eventi. Se fosse così sarebbe bello“, ha poi implicitamente replicato alle esternazione del portacolori Mercedes George Russell, secondo cui il team iridato in carica avrebbe tutte le carte in regola per un monopolio.
Quella dell’Arabia Saudita che incontreranno il prossimo weekend è una pista differente nello stile e nelle caratteristiche. Vedremo quindi se la riflessione del Dr. Helmut avrà avuto fondamento o se si è trattato di giocare a nascondino.