Le monoposto di F1 sono le più ambite da ogni pilota, ma dopo un solo anno diventano già vecchie. Ecco che fine fanno.
Una delle domande che gli appassionati di F1 si fanno più di frequente è relativa a ciò che accade alle monoposto una volta terminata la loro carriera in pista. La bellezza di questo sport sta proprio nella continua innovazione, che costringe le squadre a riprogettare sempre quasi da zero le auto.
Sappiate però che le vecchie F1 non vengono di certo rottamate, visto il costo ed il prestigio che c’è dietro ad ognuna di loro. Se siete interessati, sappiate che c’è anche la possibilità di acquistarle, anche se è ovvio che per farlo ci vogliono delle risorse non proprio da poco.
F1, ecco che fine fanno le monoposto del passato
La F1 è uno sport in cui l’innovazione fa la differenza, ed ogni anno vediamo delle vetture del tutto nuove che scendono in pista. Anche se a volte si tratta solo di evoluzioni, che nelle forme ricordano le auto dell’anno precedente, qualche differenza c’è sempre, come testimonia la Red Bull di quest’anno, un netto passo avanti rispetto alla 2022.
Le vecchie monoposto del Circus, dopo la fine della loro avventura in pista, hanno un destino molto curioso. Infatti, la gran parte delle volte finiscono nei musei, mentre la Ferrari ha attuato un’idea davvero strepitosa, che è il programma chiamato F1 Clienti. Questo significa che chiunque è in possesso di un capitale importante può presentarsi a Maranello ed acquistare una vecchia monoposto, ma non solo.
Infatti, questo programma, istituito nel lontano 2005, permette a questi fortunati acquirenti di partecipare ad alcuni corsi in cui è possibile imparare a guidarle. Durante i Ferrari Racing Days, che si effettuano parecchie volte durante l’anno, a seguito del Challenge delle 488, permettono a chi possiede una monoposto di girare in pista.
La guida di questo programma è Marc Gené, ovvero l’uomo incaricato di insegnare ai clienti tutti i segreti delle vetture. Va però specificato che le auto in pista arrivano generalmente sino al 2013, perché quelle turbo-ibride che hanno debuttato nel 2014 vengono giudicate troppo delicate da mettere a punto vista la presenza della power unit.
L’unica attualmente venduta è la SF70H di Sebastian Vettel del 2017, che anche a livello di sound è ben distante dalle altre. Detto della Ferrari, va specificato che nessun’altra squadra ha mai deciso di mettere in atto un programma di questo tipo, e le vecchie monoposto vengono alloggiate o nei rispettivi musei o nelle factory, spesso senza poter essere viste da chi si reca in visita.
Altre vetture vengono invece vendute, dopo molto tempo, in qualche asta, e l’ultima in tal senso è stata la Ferrari F2003-GA di Michael Schumacher, ceduta per 14,2 milioni di euro. A volte è possibile acquistarle anche per cifre sotto il milione di euro, ma in questo caso, si tratta soltanto della carrozzeria, priva di motore e trasmissione, buona soltanto per essere esposta senza portarla in pista. Un peccato, visto ciò che queste auto sarebbero ancora in grado di fare.
Sino a poco tempo fa le vecchie auto correvano ancora
Il mondo della F1 è ben diverso rispetto anche solo ad una ventina di anni fa, ed ora ve ne spiegheremo il motivo. Un esempio è dato dal comportamento che la Ferrari attuava nei primi anni Duemila, in particolare nel biennio 2002-2003. All’epoca, la Rossa dominava, ed era solita presentarsi ai primi appuntamenti della stagione con l’auto del campionato precedente.
Infatti, era ancora possibile effettuare dei test in pista, ed i primi mesi dell’anno venivano sfruttati per mettere a punto l’auto nuova, per poi farla esordire dopo 3-4 gare dall’inizio della stagione. La Ferrari, nel 2002, corse i primi appuntamenti con la F2001, e l’anno dopo accadde lo stesso con la F2002. La McLaren, proprio nel 2003, gareggiò per tutto l’anno con una versione modificata dell’auto dell’anno prima a causa di un problema tecnico che comprometteva l’affidabilità.
Si trattava quasi di uno sport differente rispetto ad oggi, ma è chiaro che anche queste monoposto, dopo gli ultimi GP disputati, finivano a loro volta nei musei o nelle mani dei clienti. Grazie a questi programmi, possiamo goderci la loro presenza ancora oggi, ed il loro sound è un toccasana per gli appassionati.