I driver di F1 devono bere durante i Gran Premi, altrimenti rischierebbero di rimanere disidratati anche per due ore. Ecco come ci riescono.
I piloti di Formula 1 sono abituati a resistere ad alte temperature per tante ore all’interno di una monoposto che già di per sé è calda. Con il casco e una tuta ignifuga i driver raggiungono temperature insostenibili senza una dovuta preparazione.
Il mondiale di F1 corre in alcune location con tassi di umidità e calore atmosferico elevatissimo. Quando le temperature salgono la sete inizia a farsi sentire. I piloti non hanno la fortuna di avere, costantemente, un getto d’acqua fredda, dato che la riserva ha un limite e la freschezza termina nel giro di poche tornate. I piloti della Formula 1 hanno una straordinaria resistenza all’affaticamento. In qualche occasione il sistema che prevede il funzionamento della borraccia può avere dei malfunzionamenti in gara che impediscono ad un certo punto di bere.
I piloti, quindi, devono allenarsi molto per non svenire. Non a caso, subito dopo i Gran Premi, i cavalieri el rischio ricevono delle borracce con una soluzione di sali minerali per reidratarsi. L’allenamento dei piloti attuali del circus ha raggiunto dei livelli di maniacalità, pari a quelli degli atleti olimpionici. Non solo ci si allena solo nei 9 mesi di gare, ma in modo intenso anche in vista dell’inizio del campionato. Formula 1, cosa mangiano veramente i piloti? Dieta impressionate.
Campioni stagionati come Fernando Alonso, arrivato quasi a 42 anni, e Lewis Hamilton hanno avuto la capacità di trattare il proprio corpo come un tempio, riuscendo anche a tenere alta la motivazione nei momenti più difficili della carriera. La preparazione di un pilota passa anche attraverso una dieta bilanciata e l’assunzione di un grosso quantitativo di acqua per affrontare un lungo weekend in pista. Da quest’anno i driver devono anche prendere parte a sei Sprint Race che si terranno al sabato. Ma come si fa a diventare un pilota di F1? E’ una strada lunghissima.
F1, il sistema di funzionamento dell’acqua
Le monoposto sono un concentrato di tecnologia estrema. Il volante è un vero e proprio computer in cui sono presenti decine di tasti. Uno di questi consente di attivare il sistema ti rifornimento dell’acqua. Quando lo ritiene necessario un driver può attivare l’acqua, cliccando il bottone “drink”. Da un piccolo serbatoio, attraverso una cannuccia, il pilota riceve l’acqua in alcuni frangenti della corsa.
Il sistema, posizionato all’interno dell’abitacolo dell’auto, è collegato con una cannuccia posta nella tuta al casco. Si tratta di una operazione necessaria perché durante un Gran Premio un pilota può anche arrivare a perdere 4-5 chili. A Singapore le temperature sono sempre sopra i 30 gradi con picchi di umidità che superano l’80%.
Dopo una sauna di due ore i piloti devono subito reintegrare i liquidi persi. Le bevande sono a base di sodio, magnesio e sali minerali, fondamentali per recuperare dopo uno sforzo. A volte i piloti vengono informati dai propri ingegneri di pista di bere. La concentrazione alla guida può essere talmente estrema, a tal punto da far dimenticare di sorseggiare l’acqua, a intervalli regolari.
Nella 24 ore di Le Mans, invece, i driver coprono stint di 3-4 ore, e ciò determina che i meccanici debbano sostituire le borracce durante i pit stop. Si tratta di una azione rapidissima che permette di riavere il giusto quantitativo di acqua, anche alla giusta temperatura.