Questa Ferrari pare una delle peggiori di sempre, almeno stando ai primi responsi. Le parole di un grande campione servano da lezione.
Per la Ferrari non poteva cominciare peggio la stagione di F1 targata 2023, che ha preso il via nel segno del dominio della Red Bull. Max Verstappen e Sergio Perez hanno letteralmente passeggiato in Bahrain, lasciando soltanto le briciole alla concorrenza. Va detto che ha fatto piacere a tutti vedere sul podio Fernando Alonso, che con una super Aston Martin ha artigliato la terza posizione.
Carlos Sainz si è dovuto accontentare della quarta piazza, scalzato dal gradino più basso del podio proprio nelle ultime battute dal connazionale, a causa di una performance davvero pessima nell’ultimo stint sulle gomme Dure. Si trattava del compound che nei test e nelle prove libere si era meglio adattato alla Rossa, ma in gara la cosa non è stata confermata.
La Ferrari vista in Bahrain non ha la minima possibilità di competere per il titolo mondiale, e considerando le fatiche che di solito si fanno sugli sviluppi, è lecito attendersi che anche Mercedes ed Aston Martin possano acquisire un bel vantaggio nel corso della stagione, miracoli a parte.
A Maranello c’è da interrogarsi ed anche tanto, perché la nuova monoposto non è mai stata competitiva, ma anche e soprattutto poco affidabile. Questo è un allarme, visto che per tutto l’inverno si era parlato di una vettura che avesse risolto i guai dello scorso anno, ma poi, come al solito, la pista ha azzittito i soliti proclami.
La Scuderia modenese deve prendere spunto da alcune parole proprio da Nando, che ha a disposizione una monoposto cresciuta tantissimo rispetto al passato. L’Aston Martin, sul passo gara, è la seconda forza soprattutto con lo spagnolo delle Asturie, che adesso può davvero sognato in grande e si augura di poter continuare in questo modo.
Ferrari, Alonso ed il segreto dell’Aston Martin
La Ferrari ha tanti problemi da risolvere, ed uno di essi è sicuramente legato a doppio filo agli uomini che si occupano dei progetti. Coloro che possono essere definiti i padri della SF-23, ma anche delle fallimentari monoposto degli anni precedenti, sono Enrico Cardile e David Sanchez, ma anche Enrico Gualtieri che dirige l’area power unit.
Da ormai troppi anni si punta su tecnici che hanno dimostrato di non essere all’altezza, e che, a conti fatti, avevano azzeccato il progetto della scorsa stagione solo per il fatto di averci lavorato molto più a lungo rispetto ai competitors diretti. A metà della scorsa stagione, quando la partita ha iniziato a giocarsi sugli sviluppi, la Red Bull ha fatto il vuoto, con la Mercedes che si è riavvicinata.
Ora c’è anche l’Aston Martin nella lotta, grazie al brillante lavoro di Luca Furbatto, ingegnere italiano, e dell’ex capo degli aerodinamici della Red Bull, ovvero Dan Fellows, una sorta di erede di Adrian Newey. La Ferrari, invece, insiste a tenere dei tecnici di scarso valore, ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Fernando Alonso è salito sul podio nella gara d’esordio con la verdona, ed ha usato delle parole che possono essere viste come un consiglio per la Scuderia modenese e gli altri team: “Se credo che la nostra crescita sia legata alle nuove regole? No, non è per quello, ma per le grandi mire di Lawrence Stroll, che ha tante ambizioni e che ha investito tanto nella F1. Abbiamo un grande management, c’è tanta voglia di fare bene. Ci sono occasioni per tutti in questo mondo, ma solo chi lo vuole davvero, prendendo anche tecnici di alto livello, riesce a raggiungere i risultati migliori“.
Parole forti quelle utilizzate da Alonso, che sanno di frecciata anche verso il suo vecchio team, ovvero l’Alpine, che in questo avvio di stagione sta brancolando nel buio. L’Aston è una splendida realtà, e c’è la sensazione che potrà occupare delle posizioni di rilievo per tanto tempo, puntando anche a qualche vittoria.