Le monoposto di F1 sono le vetture più veloci del mondo. Cerchiamo ora di capire quelle che sono le velocità massime che raggiungono.
Quando parliamo di una monoposto di F1, facciamo riferimento alla massima espressione della tecnologia applicata al mondo dei motori. Si tratta dei mezzi più veloci presenti sulla faccia della terra, che senza alcun problema superano ormai da decenni la barriera dei 300 km/h, anche se su questa vicenda potremmo metterci a discutere per ore.
Infatti, come vedremo più avanti, il segreto delle F1 sta anche in tanti altri particolari, e siamo arrivati al punto di poter affermare che la top speed ottenuta sui rettilinei non ci sorprende più di tanto. Nelle prossime righe, andremo ad analizzare le velocità massime mai fatte registrare, unite anche ad un’ulteriore analisi che è davvero molto interessante.
F1, le velocità massime raggiunte dal Circus
Sul record di velocità massima ottenuto da una F1 c’è sempre stata una bella discussione. Infatti, Valtteri Bottas con la Williams, in Messico nel 2016, aveva superato i 372 km/h, ed è questa la top speed mai registrata in una sessione ufficiale, nel GP del Messico. Tuttavia, alcuni parlano di una cifra simile raggiunta nel 2005 da Juan Pablo Montoya, al volante della McLaren-Mercedes sul tracciato di Monza.
Questo dato non può però essere preso per ufficiale, visto che fu raggiunto nel corso di una sessione di test e non nel week-end di gara. Per mettere tutti d’accordo, tuttavia, potremmo citarvi un dato davvero assurdo, ovvero quello staccato dalla BAR-Honda di Jenson Button e Takuma Sato nell’ambito del progetto Bonneville 400.
La vettura della squadra britannica, raggiunse i 413 km/h, ma per farlo fu privata dell’alettone posteriore, tagliando il carico aerodinamico e permettendo alla monoposto di stabilire un primato forse inattaccabile. Ovviamente, anche questo dato non può essere preso per buono, ma complimenti ai piloti che hanno comunque affrontato una sfida che non è da tutti.
Nelle prossime righe, andremo a confrontare le performance delle F1 con quelle di altre categorie, e potrete capire che la vera differenza le monoposto della massima formula non la fanno sulla velocità massima, ma su altri fattori. Per i più esperti, questo non sarà affatto una sorpresa, ma è chiaro che a molti questo dato potrebbe anche sfuggire.
La differenza non viene fatta solo in rettilineo
Le monoposto di F1, come ampiamente descritto, non fanno la differenza solo e soltanto nei rettilinei, ma in una serie di altri fattori. Per farvelo capire al meglio, è bene operare un confronto anche con le altre categorie, in modo da poter essere poi più chiari in seguito sui vantaggi che generano le monoposto del Circus.
Le Indycar, ad esempio, possono raggiungere anche i 380 km/h sull’ovale di Indianapolis, ma solo grazie a dei pacchetti specifici per quelle gare che chiaramente vanno a tagliare il carico aerodinamico. Parlando di piste in cui si può fare un confronto con le auto della massima formula, come Austin, la differenza è di circa 15 secondi, a causa di spazi di frenata differente e di una percorrenza di curva molto più lenta.
Anche l’accelerazione è nettamente a favore dei siluri che partecipano al mondiale, ed anche questo è un aspetto, oltre alla downforce, che fa tutta la differenza del mondo. Anche le auto che partecipano alla 24 ore di Le Mans ed al FIA WEC sono molto veloci sugli allunghi e possono far segnare delle top speed di 340 km/h, ma poi risultanto essere ben più lente in curva.
In conclusione, possiamo affermare che il segreto delle monoposto non è tanto legato alla velocità massime, dove anche le MotoGP possono competere, quanto nelle curve, in staccata ed in accelerazione, dove anche la parte ibrida può fare una bella differenza. Il gap in queste ultime cose descritte è schiacciante.