Sono ormai 16 anni che la Ferrari non vince il Mondiale, con la SF23 che si augura così di poter prendere l’eredità della F2007.
Stando ai primi test e alle prime prove libere disputate in Bahrain sembra davvero molto difficile poter ipotizzare una Ferrari capace di lottare fino alla fine dell’anno per il titolo, con il divario con la Red Bull che sembra essere ben evidente, eppure c’è modo di poter sognare un confronto tra la SF23 e la F2007.
Ormai lo sanno tutti che è dal 2007 che la Scuderia di Maranello non riesce a vincere il Mondiale piloti, con l’ultimo grande campione che è riuscito nell’impresa che è stato il grande finlandese Kimi Raikkonen, pilota che oggi ha cambiato vita.
L’ex McLaren vinse a bordo della F2007, una vettura che era totalmente diversa rispetto a quella odierna, ovviamente anche a causa dei continui cambi di regolamenti che ci sono stati in seno alla Federazione, con questa che aveva un motore V8 che aveva come punta massima di velocità i 360 km/h.
Non era chiaramente ibrida e soprattutto era estremamente più leggera rispetto alle monoposto moderne, infatti quella del 2007 arrivava solamente a 600 kg, mentre le vetture odierne hanno portato il loro limite di peso a 798 kg.
Ma con quali pretese era partita la Ferrari in quel 2007 e soprattutto come è avvenuto il tanto atteso sviluppo in questi 16 anni di Cavallino Rampante, con la storia che troppe volte si è divertita tirare dei brutti tranelli.
Partiamo subito con il dire che quell’anno avrebbe dovuto essere di transizione, non tanto perché non ci fosse la possibilità di lottare per il traguardo, ma perché fu evidente fin dalle prime gare, tolto il memorabile trionfo australiano di Raikkonen alla prima gara, come la McLaren fosse superiore.
Diverso invece il caso della stagione seguente, infatti nel 2008 vi era la sensazione di un bis iridato praticamente certo, eppure il pessimo andamento di Kimi a inizio anno e qualche momento sfortunato per Massa fecero vincere Hamilton.
Arrivò il 2009, un anno assurdo per quanto riguardava i regolamenti, prima di passare al quinquennio firmato Fernando Alonso, con la Scuderia che fece di tutto per creare una vettura adatta al suo stile, magari non eccessivamente veloce, ma dannatamente compatta ed efficiente.
Probabilmente solamente lo spagnolo poteva essere in grado di guidarla con così straordinaria maestria, ma alla fine stiamo pur sempre parlando di uno dei più grandi campioni della storia, e con F10 nel 2010 e con la F2012 riuscì a sfiorare il titolo.
Con Alonso però venne costruita anche una macchina impresentabile come F14 T del 2014, prima di passare dall’anno seguente a Sebastian Vettel e con la monoposto che dunque doveva adattarsi all’ibrido e a una guida più sprintosa del tedesco.
Nel 2017 e nel 2018 sembrava essere la monoposto migliore nelle zone miste dei circuiti, mentre nel 2019 il lavoro sul motore fu davvero sopraffino, peccato solamente che ci volle mezza stagione per renderla stabile in tutto il tracciato.
Nell’Era di Charles Leclerc invece ci sono state davvero tantissime difficoltà, con il monegasco che si è ritrovato a dover lavorare a stretto contatto prima con la vettura del 2020, la SF1000, forse la peggiore degli ultimi 40 anni, prima di passare a una anonima SF21.
Decisamente diversa la F1-75 dell’anno scorso, fortissima in qualifica, ma decisamente meno prestazionale in pista e con una serie di acciacchi che ne hanno limitato la lotta al titolo mondiale.
Per fortuna però è tempo di dire addio alle chiacchiere e guardare così al futuro che ormai è prossimo, con la SF23 che si augura di poter emulare le sorti della mitica F2007 che vinse con Kimi Raikkonen alla guida.
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