Che cos’è il Bonus Retrofit rinnovato anche per il 2023? Come si fa ad ottenerlo, a chi è indirizzato e il costo. Ecco i dettagli.
Lo scorso 15 febbraio il Governo Meloni ha dato l’ok allo sblocco di 14 milioni di euro da dedicare al “Bonus Retrofit” per l’auto. Ma di cosa si tratta? Essenzialmente di un incentivo da 3500 euro per la riqualificazione del proprio veicolo. In che senso? Grazie a questo buono si può installare il kit per convertire in elettrico, un mezzo con motore endotermico.
L’aiuto sarà valido fino ad esaurimento risorse. L’obiettivo è quello di favorire la transizione ecologica e la riduzione delle emissioni nocive. Chi avesse la volontà di effettuare tale passaggio può recarsi sul portale creato ad hoc per gli utenti.
Ma cerchiamo di capire meglio di cosa stiamo parlando.
Bonus Retrofit elettrico, che cos’è
Il tema è stato tratto dal decreto del Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili del 19 luglio 2022, successivamente pubblicato in Gazzetta Ufficiale in data 14 settembre. Qui sono dettate tutte le regole di attuazione, le autovetture interessate, le funzioni e l’importo.
Nel complesso il buono è costituito da un contributo corrispettivo del 60% del totale della spesa necessaria per trasformare in full electric una macchina nata a diesel o benzina, per un importo massimo di 3500 euro. Ugualmente un contributo sempre pari al 60%, riguarda il bollo per l’Imposta Provinciale di Trascrizione e l’iscrizione al Pubblico Registro Automobilistico.
A questo punto sorge la domanda, a chi si rivolge questo beneficio? A tutti coloro che tra il 10 novembre 2021 e il 31 dicembre 2022 abbiano fatto installare sul proprio veicolo il sistema. Ciò che conta è che questi siano dedicati al trasporto di persone e merci e siano nati con motore a combustione interna.
Nello specifico, l’agevolazione è indirizzata agli M1, ovvero i mezzi adibiti a trasportare persone, provvisti di almeno quattro ruote, per un massimo otto posti a sedere, escluso il conducente. Agli M1G, ovvero i fuoristrada per il trasporto di un massimo di otto individui, escluso il conducente. Agli M2 che possono ospitare più di otto persone, escluso il conducente, e con un massa massima non superiore alle cinque tonnellate.
Agli M2G, fuoristrada con più di otto posti a sedere, escluso quello del conducente, e una massa massima superiore a cinque tonnellate. Agli M3G, anch’essi fuoristrada progettati per trasportare più di otto persone, escluso il conducente, e con una massa massima superiore a cinque tonnellate. Agli N1, adibiti per il trasferimento merci con massa massima non superiore alle 3,5 tonnellate. E agli N1G, fuoristrada che portano merci con massa massima non superiore a 3,5 tonnellate.
E’ importante che l’intervento di riqualifica venga effettuato da un installatore autorizzato, ossia da un’impresa riconosciuta dalla Legge numero 122/1992, come provvista di uno dei seguenti codici Ateco (ok pure se è un’attività secondaria).
45.20.3, si occupa della riparazione di impianti elettrici e di alimentazione per autoveicoli, compresa quella dei sistemi di iniezione elettronica, dei carburatori, piuttosto che dell’’installazione di impianti GPL e metano.
45.20.1, in grado di operare riparazioni meccaniche, compresi gli interventi di manutenzione ordinaria e dei veicoli speciali.
Come si effettua la richiesta
Chi desidera ottenere il bonus può già procedere in quanto il servizio è attivo dalle ore 12 dello scorso 15 febbraio. Le date dell’intervento sono quelle già segnalate, quindi tra il 10 novembre 2021 e il 31 dicembre 2022. Tutte le spese dovranno essere documentate e provate.
Il primo step è compilare la domanda sulla piattaforma dedicata sul sito retrofit.consap.it. L’accesso può avvenire tramite CIE o SPID. Una volta completato il primo passaggio apparirà la schermata Compila l’Istanza. Qui, oltre alle proprie generalità e al codice fiscale, occorre inserire l’indirizzo mail, se si è persona privata fisica o giuridica, alcune informazioni sul mezzo oggetto del buono come la targa, la categoria, la data di installazione del propulsore. Se si è persone giuridiche vanno fornite ulteriori informazioni circa la società.
Successivamente andranno indicate le spese sostenute, indispensabili per l’erogazione del contributo. Nella fattispecie, l’importo complessivo, e quello per il bollo per l’iscrizione al PRA e per l’Imposta Provinciale di Trascrizione.
Quindi ancora, andranno riportate le coordinate di accreditamento, ovvero l’IBAN e il nome dell’intestatario del conto, oltre alle fatture e il documento d’identità valido. La firma conclusiva può essere sia autografa, sia digitale. A quel punto la domanda potrà essere inoltre, oppure salvata e inviata in un secondo momento, se sprovvisti di tutta la documentazione richiesta.
Riepilogando, come funziona la procedura
Dopo aver indicato i propri dati personali si procede a fornire quelli del mezzo da “agevolare”. Dunque, non può mancare la targa dello stesso. La data di installazione del kit, con allegata la copia della fattura e della quietanza di pagamento (che deve essere operata tramite modalità tracciabile) se non contenuta nella fattura stessa. E la copia del Documento Unico di Circolazione aggiornato.
Ancora vanno inserite le attestazioni concernenti il versamento dell’imposta di bollo per le iscrizioni all’IPT e al PRA. Il proprio codice IBAN per l’accredito e i dati anagrafici dell’intestatario del conto. Per finire il proprio indirizzo mail.
Cosa succede se non si rispettano le condizioni
Per concludere, un ultimo chiarimento. Il rimborso può essere revocato? Stando a quanto riportato dall’articolo 6 del Decreto MIMS del 19 luglio 2022, ciò può avvenire solamente “in caso di accertata indebita fruizione totale o parziale del bonus per il verificarsi del mancato rispetto delle condizioni previste”.
In tale preciso frangente oltre alla revoca dell’agevolazione, verranno altresì recuperate le somme erogate tramite l’iscrizione a ruolo e di conseguenza all’avvio di un procedimento presso l’ufficio preposto.