Sta facendo molto discutere il format 2023 dei test invernali della F1. Tra i critici figura Russell, il quale ha avanzato un suggerimento.
Ha concluso la prima giornata di test pre-stagione in Bahrain al nono posto, ma con un senso di sollievo. George Russell ha potuto sorridere per l’assenza di saltellamenti sulla sua nuova W14 con la quale, a questo punto, potrebbe cominciare a fare belle cose dopo il primo assaggio complicato del 2022, non fosse per qualche fugace episodio opposto.
Eppure, nonostante queste belle notizie, il portacolori Mercedes si è detto amareggiato. Non per qualcosa che riguarda la sua squadra, ma lo sport in generale.
Rispetto al recente passato, quando le prove generali per prepararsi al campionato erano costituite da due sessioni da almeno tre giornate l’una, questa volta, a dispetto di un calendario ingolfato da ventitré appuntamenti, l’allenamento durerà appena tre giorni.
Troppo poco per il talento di King’s Lynn per verificare le novità e fare le dovute valutazioni, considerato poi che da qui ad una settimana sarà già battaglia vera. Dunque, risicato il tempo per farsi trovare pronti per l’impegno. E inesistente per apportare eventuali modifiche di rifinitura.
Un dato di fatto inaccettabile per il 25enne, presidente dell’Associazione Piloti (GPDA), che per ovviare la problematica ha proposto un ritocco al sistema.
Russell si appella alla FIA
Indirizzandosi direttamente a chi la F1 la gestisce dal lato sportivo, il vincitore dell’ultimo GP del Brasile, ha ribadito forte e chiaro che una giornata e mezza a disposizione per corridore non è abbastanza per prendere confidenza con il mezzo. Per conoscerne le debolezze e le potenzialità. “Per fortuna per quanto ci riguarda abbiamo potuto fare lo shakedown la scorsa settimana a Silverstone, altrimenti avremmo dovuto accontentarci di questi pochi chilometri per l’avvicinamento al round di Sakhir dopo la lunga pausa da Abu Dhabi“, ha dichiarato buttando lì il consiglio di schierare entrambe le vetture in sede di test.
“Ve lo immaginate un Rafael Nadal fermo da dodici settimane, trovarsi immediatamente in competizione al Roland-Garros, con un solo giorno e mezzo per prepararsi? E’ impossibile“, ha considerato critico.
E all’appunto del talentuoso inglese hanno risposto Fernando Alonso, solidale, e Christian Horner, decisamente poco convinto. Per il boss della Red Bull, infatti, alla luce di un’affidabilità complessiva ormai stabile, e con un regolamento sulla linea della continuità, fermarsi più a lungo in tracciato non avrebbe senso.
Anzi, all’opposto, meno si gira e più potrebbero esserci delle sorprese nei primi eventi stagionali. “Tanto poi ci sono tantissimi gran premi per correggere le eventuali criticità, per cui anche ridurre a due le giornate non sarebbe male“, ha addirittura lanciato un’idea estrema. “Le normative attuali e le power unit congelate rendono il tempo a disposizione sufficiente”, ha proseguito andando poi a porre un paletto.
Secondo il 49enne si potrà andare avanti così solo fino al 2026. In quel frangente il Circus sarà investito dall’ennesima rivoluzione tecnica che coinvolgerà in particolare le PU e vedrà l’ingresso di nuove Case, motivo per cui per forza di cose andrà concesso qualche turno in più. “Con tante novità in termini di telaio e motore la prospettiva sarà differente“, ha infine valutato il marito di Ginger Spice.