Charles Leclerc è un pilota Ferrari ed ha tutto ciò che ognuno può sognare, ma la sua vita è stata ricca di sofferenze nel passato.
Dopo un inverno di chiacchiere ed attese, manca davvero poco al via della stagione di F1 targata 2023. Tra una settimana sarà infatti tutto pronto per le prove libere, le qualifiche e la gara del Gran Premio del Bahrain, mentre in queste ore sono finalmente iniziati i test invernali. Uno dei grandi favoriti per la gara inaugurale è sicuramente Charles Leclerc, dominatore da queste parti lo scorso anno.
Il monegasco ottenne la sua prima pole position in carriera proprio a Sakhir nel 2019, diventando il più giovane poleman della storia della Ferrari, per poi bruciare il precedente primato di Jacky Ickx che resisteva da oltre mezzo secolo come più giovane anche a vincere una gara a bordo di una Rossa.
In termini di precocità, Leclerc sa sicuramente il fatto suo, ma nel corso della sua carriera ha imparato anche a sopportare delle perdite molto pesanti quando era poco più che un adolescente. In un libro a lui dedicato, vengono raccontati dei passaggi molto toccanti sulla sua vita.
Leclerc, il racconto del dramma di Bianchi e del padre
Charles Leclerc è arrivato alla sua quinta stagione in Ferrari ed è ancora fermo a quota cinque vittorie, ma questo di certo non per sua colpa. Il 2023 potrebbe essere l’anno buono, nella speranza di poter dedicare il primo titolo mondiale della sua carriera ai cari che ha perso durante il suo percorso.
In Francia è appena uscito un libro a lui dedicato, che si chiama “Le Prodige“, un qualcosa che in italiano possiamo tradurre con “Il bambino prodigio“, in senso è quello. Nel libro, il giornalista Remi Boudoul racconta l’approdo in F1 di Charles tramite le vittorie nelle categorie minori, citando anche i drammi che lo hanno colpito.
Il racconto del monegasco inizia dalla morte del padre, arrivata a 54 anni nel 2017 per via di un cancro: “Non sei mai preparato per una cosa del genere, è stato davvero terribile. Dopo la morte di Jules, questo fu un altro colpo difficile da digerire, ma penso che quei periodi difficili mi abbiano aiutato molto a maturare. Sono diventato molto più forte dal punto di vista mentale, perché perdere tuo padre da giovane ti cambia per sempre. Mio padre era il mio più grande fan, e per questo decisi di correre a Baku dopo la sua morte, lo feci per lui“.
In seguito, Charles ha parlato della scomparsa di Jules Bianchi datata 2015: “Cosa ne penso di Jules? Era davvero molto talentuoso, aveva dimostrato che poteva stare in F1 senza alcun problema. Quel nono posto che ottenne a Monte-Carlo con la Marussia la dice lunga su quanto fosse forte. Sono abbastanza sicuro che sarebbe stato anche più forte di me, ma purtroppo, il destino ha avuto altri piani per lui“.
Un altro dramma, stavolta molto più recente, è stato quello relativo alla morte di Anthoine Hubert, scomparso nel 2019 in una gara di Formula 2 a Spa-Francorchamps, a cui Leclerc dedicò la sua prima vittoria in F1 il giorno dopo: “Abbiamo vissuto dei momenti molto belli con lui, altri in cui abbiamo lottato ruota a ruota, l’uno contro l’altro, e non è finita poi così bene. Anche quelli però sono dei bellissimi ricordi guardandomi indietro. Già nella prima prima gara del campionato francese di go-kart, anche con Pierre Gasly ed Esteban Ocon, ci fu subito una gran battaglia. Anthoine vinse, io andai a sbattere contro Esteban all’ultima curva, è il miglior ricordo che ho di lui, ed anche il primo in assoluto“.
Le parole di Charles sono davvero commoventi e rendono bene l’idea di quanto fosse sia anche pieno di umanità questo ragazzo, che di prove complesse ne ha dovute superare molte. Dopo anni di sfortuna e lutti, è arrivato il momento di prendersi quel mondiale che gli continua a sfuggire, ma che con la Ferrari di oggi potrebbe finalmente diventare suo. Il tempo ci darà la risposta definitiva.