Fernando Alonso e Niki Lauda sono stati tante volte valutati piloti molto simili e le statistiche sembrano confermarlo a tutti gli effetti.
Non sempre bisogna essere i più veloci e i più prestazionali in pista per poter vincere i Mondiali, tante volte in realtà basta semplicemente essere il più intelligente e calcolatore per poter totalizzare quanti più punti possibili ed entrare nel mito, proprio come hanno fatto Fernando Alonso e Niki Lauda.
Probabilmente questi sono considerati, insieme a un altro mito assoluto come quello di Alain Prost, che ormai ha cambiato vita, come i piloti in assoluto più intelligenti e tattici che ci siano mai stati nella storia della F1.
Dei fenomeni che hanno saputo vincere ovunque sono andati, riuscendo anche a esaltare delle monoposto non proprio eccezionali e che in certi casi non erano di certo tra le migliori.
Lauda per tutti era il “Computer”, perché sapeva sempre come comportarsi in pista, mentre Alonso non ha avuto un soprannome riguardo a questa sua grande abilità, ma il “Principe delle Asturie” ha dimostrato di avere grande intelligenza tattica, sapendo gestire ogni situazione.
Lo dimostrò per la prima volta nel 2005, quando dominò la prima parte della stagione per poi iniziare a limitarsi sia al sabato che alla domenica, portando a casa solo pochi punti per volta in modo tale da garantirsi il successo.
Insomma il confronto tra Alonso e Lauda è sempre stato più che giustificato e soprattutto parla di due fenomeni assoluti del mondo del Motorsport, ma non tutti sanno che ci sono anche dei dati e dei numeri che non possono essere discussi in alcun modo e che fanno sognare Fernando per il 2023.
Partiamo prima di tutto dal fatto che tutti e due non hanno avuto una carriera “continua”, infatti per entrambi c’è stato un primo ritiro dal mondo della F1, per Lauda nel 1979 e per Alonso nel 2018, ma sono bastati solo due anni per far ritornare entrambi sui propri passi.
Da notare inoltre come tutti e due si ritirarono per la prima vola come dei piloti capaci di vincere per ben due volte il titolo Mondiale, con il successo post ritiro che sembra quasi impossibile.
Niki ci riuscì esattamente al terzo anno dopo il suo ritorno in pista, nel 1984 e curiosità vuole che anche Fernando si trovi proprio alla sua terza stagione da quando è tornato in F1, ma non è finita qui.
Un’altra similitudine che potrebbe far sperare Fernando Alonso è il fatto che anche nel 1984 Niki Lauda si trovava in una Scuderia inglese, la McLaren, che montava un motore tedesco, in quel caso la Porsche.
Inoltre sarebbe un grave errore pensare che la vettura di Woking fosse avvantaggiata rispetto alla Aston Martin attuale, perché nel 1983 la McLaren chiuse in classifica costruttori solamente al sesto posto, proprio come la Scuderia di Silverstone, anche se risulta un settimo posto ma a pari punti con l’Alfa Romeo.
Non sembrano esserci comunque le basi ovviamente per poter vedere una Aston Martin in lotta per il titolo, anche se la monoposto britannica sta facendo di tutto e di più per poter crescere diventare vincente.
Vi è anche un altro dato che può far sperare Fernando, infatti sono solo due i piloti che hanno vinto un Mondiale dopo il proprio ritiro: uno è appunto Niki Lauda e l’altro è Alain Prost, con il francese che vinse nel 1993 con la Williams dopo l’anno sabbatico del 1992.
Insomma manca solo Alonso alla lista del magico terzetto dei più grandi calcolatori di sempre nella storia della F1, con lo spagnolo che in passato ha già dichiarato di voler mettere il suo terzo sigillo.
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