Il primo SUV o sarebbe meglio definirlo FUV, Ferrari Utility Vehicle, ha sconvolto gli appassionati. DNA infangato e prezzo fuori mercato? Vediamoci chiaro.
La prima domanda che tutti i vertici del Cavallino dovrebbero porsi prima di prendere importanti scelte di rottura rispetto ad un passato glorioso dovrebbe essere: “Il nostro fondatore Enzo Ferrari approverebbe?” Per il Drake una Rossa di oltre due tonnellate a ruote alte non sarebbe stata nemmeno pensata, figuratevi lanciata sul mercato. Oggi, in un mondo condizionato dai trend, la Ferrari si è dovuta piegare a logiche modaiole, ma lo ha fatto con uno scopo ben preciso.
Se proprio bisogna uniformarsi, con anche clamoroso ritardo, ai successi dei rivali diretti che producono SUV di lusso perché non sparare alto? Una logica possibile per due motivi: il primo è che chi ordina una Ferrari in Cina, Arabia Saudita e altri Paesi con economie in ascesa acquisterebbe anche un Pick-Up elettrico griffato con il brand del Cavallino. In secondo luogo il brand modenese ha una posizione sul mercato che può consentirsi anche di esportare progetti da un milione di euro.
Un quid in più che può diventare anche limite. In un mondo sempre più spaccato la logica di tanti brand di lusso è diventare sempre più inavvicinabili. Tutto ciò crea in una ristretta nicchia di privilegiati l’idea di acquistare qualcosa di ancora più esclusivo. In sostanza si mira al concetto di “pochissimi ma buoni”. Addirittura la Ferrari ha deciso di scegliere, accuratamente, i primi clienti della Purosangue. E’ stato stabilito, sul piano legale dopo una vertenza, che la casa modenese può selezionare gli “eletti”.
In un altro momento storico l’esclusività si misurava sulla base di un listino in linea con i valori del brand. Un po’ tutte la case costruttrici di lusso hanno deciso di allargare la gamma, offrendo sempre più alternative. Conseguentemente se la Lamborghini ha registrato, negli ultimi anni, fatturati record con la Urus, in Ferrari hanno preferito scimmiottare il concetto, quando non produrre un’auto a ruote altre sarebbe stato il vero elemento distintivo.
Le auto moderne, in questo panorama, si somigliano tutte. Rimanere fedeli ad un proprio DNA sta diventando sempre più difficile. La Purosangue, sul piano stilistico, può piacere o meno ma si è differenziata da altri mastodontici SUV del medesimo segmento. L’idea di fondo era creare un giusto mix tra una GT ad alte prestazioni ed un’auto confortevole per fortunate famiglie.
Il costo della Ferrari Purosangue
Il centro stilistico di Maranello si è impegnato per rendere la Purosangue unica, ma rimane un’auto di rottura con la tradizione storica del brand. Lunga 4,97 metri, larga 2,03 m e alta 1,59 m, la Purosangue ha tutte le dimensioni di un SUV, pur sforzandosi di apparire una berlinetta muscolosa. Bassa da terra, con 185 mm di luce, aumentabili di 30 mm fino a 80 km/h attraverso un comando nell’abitacolo, l’auto è pensata con un concetto di versatilità innovativo. Il peso di oltre 2 tonnellate e una struttura goffa nascondono una potenza da brividi.
La Purosangue sulla bilancia pesa, comunque, 200 kg in meno della Lamborghini Urus. Un punto in più, così come il motore. L’F140IA sprigiona 725 CV a 7.750 giri e 716 Nm a 6.250 giri, con l’80% della coppia già disponibile a 2.100 giri. Previsto un cambio automatico a doppia frizione a 8 rapporti, di derivazione della GTC4Lusso, esattamente come il sistema di trazione integrale.
Grazie al V12 la velocità massima è di oltre 310 km/h, lo 0 a 100 km/h si copre in appena 3,3 secondi, mentre lo 0 a 200 km/h in 10,6 secondi. Prestazioni da vera supercar, ma a che costo? Da listino parte da 385.730 euro con 7 anni di garanzia, di serie. I primi modelli in Europa verranno consegnati in primavera 2023. Può facilmente, con gli optional, schizzare al costo di 2 SUV Lamborghini. Nonostante il prezzo la Ferrari Purosangue ha ricevuto richieste record. La Urus può essere tua da € 230.490, una gran differenza di spesa, nonostante un valore che ha già soddisfatto migliaia di clienti. Ai posteri l’ardua sentenza.