Una delle più grandi leggende della storia della F1 è senza dubbio Niki Lauda. Ecco il motivo per cui scomparve il grande austriaco.
Da pochi anni siamo stati costretti a dire addio al grande Niki Lauda, che si è spento il 20 maggio del 2019 all’età di 70 anni. Soprannominato il Computer, l’austriaco nacque a Vienna il 22 febbraio del 1949, palesando sin da giovanissimo una grande passione per i motori, che però non era apprezzata dalla sua famiglia.
Il padre, un ricco uomo d’affari, non accettò di vedere suo figlio impegnato nel mondo delle corse, e tra i due ci fu una rottura. Niki, tuttavia, non ebbe alcuna intenzione di mollare, e debuttò in F1 con la March nel 1971, per poi spostarsi in BRM ed, infine, alla Ferrari, nel 1974.
Al Gran Premio di Spagna di quell’anno ottenne il primo successo, ma a fine stagione chiuse quarto, mentre il compagno di squadra, Clay Regazzoni, sfiorò il titolo mondiale, dovendo arrendersi soltanto alla McLaren di Emerson Fittipaldi. Nel 1975, tuttavia, non ci fu nulla da fare per nessuno contro l’austriaco, che dominò la stagione vincendo il suo primo titolo mondiale.
Lauda pose così fine ad un lungo digiuno della Ferrari, che non vinceva il mondiale dal 1964, quando a farcela fu John Surtees, 11 anni prima. Niki dovette poi arrendersi a James Hunt nel 1976, l’anno del terribile incidente del Nurburgring e del grande rifiuto di correre al Fuji, ma si rifece l’anno dopo trionfando ancora con il Cavallino. Tuttavia, i rapporti con Enzo Ferrari si deteriorano, portandolo a lasciare Maranello, cedendo il proprio volante a Gilles Villeneuve.
Dopo un primo ritiro datato 1979 dopo un biennio complesso alla Brabham, Niki tornò in auge in McLaren nel 1982, facendo tris nel 1984, anno in cui riuscì a battere Alain Prost per mezzo punto. Il suo addio definitivo alla F1 avvenne al termine dell’anno seguente, ma rimase nel giro sino alla sua morte.
Lauda, ecco di quale malattia morì l’austriaco
La morte di Niki Lauda è stata legata, in gran parte, al terribile incidente del Nurburgring. In quell’occasione, infatti, il tre volte campione del mondo della F1 non ebbe soltanto importanti bruciatura sulla pelle, ma anche pesanti ripercussioni sul fronte dell’apparato respiratorio, soprattutto nei polmoni.
Anche nel film “Rush“, infatti, si vede bene come il pilota subisca, in ospedale, diverse operazioni utili a liberare i polmoni, cosa che ovviamente è realmente accaduta nelle prime settimane successive al rogo del Nordschleife. I primi problemi di salute in età avanzata cominciarono nel 2018, dopo un trapianto di rene avvenuto qualche anno prima.
Tornado a cinque anni fa, Niki era all’epoca il presidente non esecutivo della Mercedes, ma lo iniziammo a vedere in maniera sempre minore al fianco di Toto Wolff nel box del team di Brackley. Le notizie, infatti, furono ben lungi dall’essere positive, ed il 2 agosto fu ricoverato a Vienna per subire un trapianto di polmone.
Le sue condizioni migliorarono, ma si trattò di un qualcosa di estremamente effimero. Infatti, nella notte tra il 20 ed il 21 maggio del 2019, Lauda si spense a causa di un’insufficienza renale. Nelle sue ultime volontà, richiese di essere sepolto con la tuta della Ferrari, e così avvenne, tanto per rimarcare il suo grande legame con la Scuderia modenese con la quale vinse due titoli mondiali nel 1975 e nel 1977.
Come ovvio che fosse, tutto il mondo della F1 reagì con grande commozione alla sua scomparsa, e tantissimi personaggi legati al motorsport parteciparono alle sue esequie, celebrate a Vienna il 29 di maggio. In quei giorni, si corse anche un Gran Premio di Monte-Carlo molto particolare, ed ai piloti fu donato un cappello rosso con la scritta “NIKI” per andare sul podio.
Per tutto il fine settimana monegasco, si susseguirono gli omaggi, per ringraziare un mito della F1, l’eroe dei due mondi che aveva sfidato la morte nel 1976, riuscendo a sfuggirvi. La sua scomparsa, avvenuta all’età di 70 anni, non ci ha comunque privato degli splendidi ricordi che abbiamo di lui. Personaggi così mancano maledettamente a questo mondo.