La carriera di Eddie Irvine raggiunge l’apice nel 1999, quando sfiorò il titolo con la Ferrari. Ecco cosa ha fatto dopo il suo ritiro.
Un personaggio di spicco della F1 degli anni Novanta è sicuramente Eddie Irvine, nato a Newtownards il 10 novembre del 1965. Il pilota nordirlandese ha debuttato nel Circus nel 1993, al volante della Jordan nel Gran Premio del Giappone. In quella stagione, corse soltanto due gare, quelle conclusive, per poi diventare un full time dall’anno dopo, sempre con la squadra del suo omonimo, ovvero Eddie Jordan.
Proprio nel 1993 corse anche la 24 ore di Le Mans con la splendida Toyota TS010, concludendo al quarto posto assoluto in equipaggio con Toshio Suzuki e Masanori Sekiya, facendo molto meglio della nona piazza ottenuta l’anno prima. Tornando alla F1, il primo podio risale al terzo posto ottenuto al Gran Premio del Canada del 1995, nella stagione che lo portò ad ottenere un contratto con la Ferrari.
Il 1996 fu il primo anno a Maranello, al fianco del nuovo arrivato Michael Schumacher, fresco dei due titoli mondiali conquistati con la Benetton nel biennio precedente. Il tedesco si impose in tre gare con la disastrosa F310, in Spagna, Belgio ed Italia, chiudendo al terzo posto il mondiale, mentre il povero Eddie giunse solo decimo con appena 11 punti conquistati, incappando in ben otto ritiri consecutivi per guasti tecnici.
Il 1997 fu un’annata decisamente migliore, anche grazie alla F310B che era sicuramente di un altro livello. Irvine portò a casa cinque podi, ma non andò comunque oltre il settimo posto nel mondiale, per poi far meglio nel 1998 quando giunse quarto. Tuttavia, il pilota nordirlandese non era ancora riuscire a salire sul gradino più alto del podio, e la Ferrari che puntava tutto su Schumacher non era troppo interessata alle sue performance.
A cambiare tutto fu la stagione 1999, che si aprì, incredibilmente, con il primo successo, ottenuto alla gara inaugurale in Australia. Le gare successive ristabilirono però le gerarchie, ma l’infortunio di Schumacher a Silverstone lasciò la Ferrari ad un bivio: concentrarsi sul 2000 o sperare in Eddie e farlo battagliare per il mondiale.
La seconda guida fece un lavoro incredibile, vincendo in Austria ed in Germania, salendo in testa al mondiale davanti alla McLaren di Mika Hakkinen. Il successo nella penultima tappa in Malesia, lo portò al week-end decisivo in Giappone con quattro punti di vantaggio sul finlandese.
Proprio nel momento più importante, Eddie si sciolse, andando a sbattere durante le libere distruggendo la sua vettura. Il resto del fine settimana ne risentì profondamente, ed il terzo posto alla fine della gara, combinato con la vittoria di Hakkinen lo condannarono alla resa, per solamente due punti.
La Ferrari vinse comunque il mondiale costruttori, ma Eddie decise di emigrare alla Jaguar lasciando il proprio sedile a Rubens Barrichello. L’ultimo triennio in F1 fu avaro di risultati, con due terzi posti conquistati, uno a Monte-Carlo nel 2001 ed un altro nel 2002 a Monza, prima di ritirarsi definitivamente a fine stagione.
Irvine, ecco cosa ha fatto dopo il ritiro dalla F1
Eddie Irvine è sempre stato un personaggio abituato a godersi la vita, e non per questo veniva definito quasi come un Don Giovanni. Infatti, ha avuto relazioni con tante donne differenti, tra le quali spicca quella con la famosa attrice e modella Pamela Anderson, i quali sono stati legati non troppi anni fa.
Parlando delle sue attività, dopo il ritiro dalla F1 divenne proprietario di un’azienda che si occupava di realizzare software per i computer, e da poco tempo è tornato attivo nel mondo delle discipline sportive. Infatti, ha fondato la Eddie Irvine Sport, con sede legale situata a Bangor, in Galles.
La caratteristica principale del post-F1 del buon Eddie è che è riuscito ad acquistare un’isola tutta per sé alle Bahamas, dove trascorre buona parte dell’anno al sole ed al caldo. Dopo l’addio al motorsport, non lo abbiamo più visto impegnato in pista, decidendo di non tornare al volante in altre competizioni, come molti altri invece sono soliti fare.