Il boss della F1, Stefano Domenicali, è rimasto molto deluso da quanto avvenuto in casa Red Bull. Ecco cosa ha dichiarato.
Il CEO di Formula 1 Stefano Domenicali ha preso in mano le redini del circus nel 2021. L’Imolese ha assistito all’accesissima lotta tra Lewis Hamilton e Max Verstappen, macchiata dagli errori di Michael Masi e la vicenda del Budget Cap Red Bull Racing. Se per la prima questione si è trovata una soluzione con la cacciata dell’ex direttore di gara australiano, in merito al BC vi sono ancora molte perplessità.
Dopo il lungo dominio della Mercedes, per evitare la noia ed ovviare ai problemi economici, i vertici della categoria regina del Motorsport hanno deciso di imporre un tetto di spesa uguale per tutti i team. Sarebbe potuta essere una idea geniale per rimescolare le carte se fossero stati compresi anche gli stipendi dei driver, quelli dei 3 membri dello staff più pagati, i costi delle trasferte e le spese di marketing. Al contrario il Budget Cap non ha cambiato i valori in campo. I top team sono rimasti tali e, per di più, non vi sono stati gli opportuni controlli. Ferrari nei guai? Red Bull già in vantaggio: Verstappen gongola.
In sostanza, stabilendo un limite di 145 milioni di dollari per la stagione 2021, c’è chi, come Red Bull Racing, ha superato il tetto di spesa e non ha pagato importanti conseguenze per l’anno di riferimento. Hamilton, oltre a sentirsi derubato di un titolo per le decisioni finali di Abu Dhabi, si è sentito defraudato anche per il superamento del BC del team rivale. Qualche milione extra può aver inciso sul piano tecnico? I dirigenti della Mercedes pensano di si, mentre in casa RB si sono difesi da ogni accusa.
Red Bull, la posizione di Stefano Domenicali
Il problema è che la bomba è scoppiata solo al termine del 2022. Una situazione paradossale che non potrà essere ripetuta. Nel 2023 il budget cap, a causa dell’inflazione, è stato rialzato a 154 milioni di dollari, pur non comprendendo voci di spesa importanti. Ironia della sorte, a rimarcare la situazione di mancato controllo fu proprio l’ex team principal della Red Bull Racing, Christian Horner. Ottimismo in casa Ferrari: ecco i dati clamorosi della nuova PU.
L’inglese si lamentò dei prezzi in rialzo che avrebbero dovuto portare molti team a non finire nemmeno la stagione. Alla fine è emerso che il team con sede a Milton Keynes aveva superato il limite nel 2021 e lo stesso aveva fatto, in misura minore, anche l’Aston Martin. Max Verstappen, va ricordato, ha conquistato il suo primo riconoscimento iridato. Alla fine la Red Bull Racing ha subito una multa di 7 milioni di sterline e una penalità del 10% in meno in galleria del vento nel 2023.
Poca cosa rispetto al vantaggio di un superamento di un limite di spesa prestabilito. La sfida potrebbe anche essere stata falsata se la squadra austriaca, campione del mondo anche nel 2022, ha approfittato per sviluppare sul piano tecnico la RB16B. Nella scorsa annata il Budget Cap ha rappresentato una preoccupazione nelle ultime fasi, ma il vantaggio in classifica era tale che non avranno rischiato una nuovo sforamento. Il Budget Cap si è dimostrato molto difficile da controllare e i tempi sarebbero così lunghi da non lasciare il boss della F1 tranquillo nemmeno in questa annata.
Domenicali ritiene che il processo dovrebbe svolgersi nel più breve tempo possibile per garantire che le sanzioni possano essere imposte prima alle squadre che hanno commesso violazioni. “Penso che questo sia ancora motivo di preoccupazione – ha ammesso il boss a Sky Sport – anche per quello che abbiamo discusso con la FIA. Spetta alla credibilità dello sport attuare questo tipo di misure, verificando il prima possibile se tutti hanno rispettato le regole”.
Domenicali ritiene che altri sport, come il calcio, impieghino troppo tempo per arrivare ad una decisione. “Ne stiamo discutendo con la FIA per fare in modo che il controllo e la certificazione avvengano molto prima, perché se qualche squadra supera (il budget cap, ndr), va fatto bene e in modo tale da essere gestito nel più breve tempo possibile per essere più credibili. Vediamo che anche altri sport adottano, secondo me, i regolamenti finanziari con un tempo troppo lungo per una risposta. Non va bene”, ha stabilito il CEO della F1.