La Fiat Panda sfida la Dacia Spring. Ecco le differenze in termini di consumi e costi tra una vettura a benzina e una elettrica.
Una delle domande più gettonate in epoca di rivoluzione dell’automotive è se davvero acquistare una macchina elettrica rappresenti sul lungo periodo un affare in termini di risparmio. Per provare a rispondere al quesito abbiamo messo a confronto una normalissima FIAT Panda, con una Dacia Spring full electric. La prima è il modello più diffuso sul territorio italiano, in particolare nella variante con motore quattro cilindri, 1.2 Fire a benzina. L’altra, rappresenta la modernità con i suoi 27 kWh di capacità.
Il primo passo di questa analisi ha riguardato la comparazione diretta. Come si piò avvicinare il comune carburante e l’energia? Facendo qualche calcolo è emerso che 1 litro di benzina equivale a 9 kWh di elettricità. Nello specifico del mezzo da noi preso a mo’ di esempio, possiamo affermare che, presa per intero la sua batteria, è come se avessimo tra le mani un serbatoio che contiene tre litri di benzina.
Per arrivare a questi numeri, si è fatta una semplice operazione. Il confronto tra l’energia, puramente chimica, del composto che alimenta i motori endotermici, e l’energia, di natura elettrica, sprigionata dalle batterie. Per avere un dato ancora più preciso bisognerebbe compiere un’altra conversione, utilizzando l’unità di misura denominata TEP, ovvero tonnellata equivalente di petrolio.
Fiat Panda sfida la Dacia Spring, la prova su strada
Per cercare di dare un’idea quanto più realistica possibile, è stata fatta una verifica su un percorso cittadino ed extra-urbano. Ciò perché, solitamente, questo genere di mezzi non vengono prediletti per i viaggi lunghi.
Per cui, il tratto adoperato per il test è stato così suddiviso: il 50% dei km sono stati accumulati in città, il 35%, su un percorso scorrevole e il 15% in autostrada. Lo stile di guida tenuto è stato da automobilista accorto, quindi con passo costante e senza strappi.
Dopo aver consumato 3 litri di benzina, ovvero l’intera ricarica della Dacia, la Panda si è fermata dopo 45 km, con una percorrenza di all’incirca 15 km al litro, equiparabile ad un consumo di 6,7 litri ogni 100 km. Per questo riguarda l’automobile della Casa rumena, questa si è trovata a secco di energia al km 187.
Il quesito a questo punto è, come mai il motore elettrico, consente di percorrere un maggior numero di chilometri rispetto a quello a benzina, pur avendo lo stesso quantitativo di energia in partenza, e malgrado i due mezzi siano simili e utilizzati sulle stesse strade?
L’efficienza è ciò che conta. Per permettere alle ruote di un veicolo elettrico di muoversi si sfrutta l’80% dell’energia immagazzinata nella batteria. Il propulsore endotermico, invece, ne trasferisce solamente il 20%, dispensando il resto per calore e attriti. Ecco il motivo per cui quando si parcheggia, una normale unità è da rischio scottatura, mentre toccarne una elettrica è appena tiepida.
Al termine del percorso, il consumo della Dacia è stato di 12,6 kWh/100 km, ossia più o meno 8 km/kWh. Ma se un litro di benzina corrisponde a 9 kWh di elettricità, l’equivalente dovrebbe 72 chilometri con 1 litro di carburante, pari ad un consumo di 1,4 litri/100 km.
Avendo arrestato la prova al raggiungimento dello zero, è come se fossero stati coperti 187 km con un’energia che corrisponde a 2,6 litri di benzina, e non a 3 litri, solo perché non c’era la volontà di rimanere impantanati e dunque ci si è fermati un po’ prima.
Se poi si utilizza la conversione in TEP, l’energia elettrica della batteria si traduce in energia chimica che corrisponde a circa 4 litri di benzina. Ne consegue che anche con questo genere di conto, la Panda non sarebbe andata oltre i 60 km e la Spring sarebbe rimasta a 187.
La comparazione in termini di costi
In chiusura, il capitolo che più interessa, ovvero i costi. Per la Dacia, se avessimo fatto la ricarica a casa avremmo speso 7 euro. Via colonnina pubblica 11. Al volante della Panda, questo test su strada ci sarebbe costato 22 euro. Tuttavia con un pieno di carburante la vettura torinese ci avrebbe portato a 450 km di distanza, mentre sulla concorrente dell’est, per quello stesso chilometraggio avremmo dovuto fare ricarica due volte.
In soldoni la migliore efficienza dell’elettrico ci permette di partire più leggeri, tuttavia l’alimentazione classica, stando allo stato attuale della tecnologia e a fronte di una miglior densità energetica da immagazzinare nel serbatoio, ci consente di essere più autonomi nello spostamento, malgrado, come visto si consumi di più.