Il quattro volte campione, Sebastian Vettel, si è sbilanciato su argomento scottante. I vertici hanno bisogno di concepire il Motorsport in una chiave nuova, altrimenti sarà la fine.
Tutte le corse automobilistiche, in particolare la Formula 1, hanno sempre spinto verso la massima innovazione motoristica. Dalla pista alla strada, si diceva una volta e, in un certo senso, è un principio che sarebbe ancora valido se vi fossero le possibilità concrete per passare ai motori turbo ibridi o alle batterie agli ioni di litio dei bolidi della Formula E.
Una parte del mondo ha sposato i concetti della sostenibilità, puntando tutto su auto full electric o hybrid veri, non la mini batteria per aggirare i problemi di circolazione nelle grandi città. Sebastian Vettel, uscito fuori dal contesto della categoria regina del Motorsport da qualche mese, appare abbia già sposato la causa Thunberg. C’era un tempo, però, in cui il tedesco inneggiava ai V12. Il messaggio radio del tedesco, dopo il suo ritiro dal GP di Russia 2019, fece il giro del mondo. Il guasto sulla Ferrari, determinato dai motori turbo ibridi, fece scoppiare la lamentela del quattro volte iridato sulle moderne PU.
Ora che non dovrà più affrontare Gran Premi in Formula 1, lasciando il posto in AM al bicampione del mondo Fernando Alonso, ha cambiato versione. Seb ha manifestato un’idea diversa di Motorsport che dovrà, per forza di cose, prendere piede per salvaguardare il pianeta. Il tedesco, fresco protagonista nella Race of Champions al fianco di Mick Schumacher, ha spiegato cosa potrebbe accadere in futuro se non verranno prese delle decisioni atte a favorire la sostenibilità. Hamilton surclassato dal teammate, il tecnico esalta Russell: scoprite il motivo.
F1, l’appello di Sebastian Vettel
Per il quattro volte campione del mondo non vi è tanta scelta. “Penso che se vogliamo continuare con questo sport in futuro e coltivare la nostra passione per le gare dobbiamo pensare ad alternative“, ha spiegato l’ex pilota di Toro Rosso, Red Bull Racing, Ferrari e Aston Martin al Corriere dello Sport. Il #5 ha messo in mostra, ancora una volta, la sua anima ambientalista. In sostanza il futuro del Motorsport e, conseguentemente quello della F1, dipenderebbero da un impegno importante per la sostenibilità.
Un annuncio che non deve preoccupare i puristi, già messi a dura prova dal passaggio agli attuali motori a 6 cilindri da 1600 cc. Le Power Unit attuali hanno i cilindri disposti a V in due bancate da 3 cilindri ciascuna. Il carburante utilizzato è rigorosamente regolamentato ed è sostanzialmente simile a quello acquistabile presso i distributori in cui si riforniscono le vetture stradali. Sotto questo aspetto si potrebbe far tanto, ma secondo Vettel bisogna agire subito “altrimenti, possiamo continuare a fare affari come al solito ancora per qualche anno prima di imbatterci in un grosso problema. Quindi è bello vedere le persone pensare a come creare un futuro sostenibile”.
Per il quattro volte iridato un passo falso attuale potrebbe avere delle ripercussioni enormi per il futuro. “Amo i motori e sono molto prudente riguardo al futuro. Abbiamo piloti giovani, io ho i miei figli e sento davvero che è un privilegio vivere il mondo degli sport motoristici nel modo in cui l’ho fatto. Sarebbe un peccato se un giorno venisse bandito”, ha spiegato il tedesco. Parole che lasciano, davvero, riflettere. Vanno trovate soluzioni alternative, come i carburanti bio. Entro il 2026, tutti i Campionati FIA dovranno, per regolamento, alimentare le proprie vetture con carburanti sostenibili al 100%.
Si tratta già di un cambiamento epocale, dato che andranno di pari passi ad una maggiore elettrificazione dei propulsori ibridi di prossima generazione. In ogni caso, la F1 dovrà prendere le distanze dalla serie full electric. Con le Gen3, più potenti rispetto alle precedenti monoposto e regole diverse, la monotonia in Formula E è stata la vera protagonista in questo inizio di stagione. Le vetture full electric fanno fatica a superarsi e lo spettacolo è risultato inguardabile, secondo l’opinione di molti addetti ai lavori. Per fare un passo in avanti sulla sostenibilità non se ne possono fare due indietro. Lewis Hamilton, dati scioccanti in F1: sentite come stanno le cose.
Per trovare una soluzione che salvaguardi il DNA delle corse, c’è bisogno di prendere atto dei limiti della tecnologia elettrica. La soluzione ideale, per il futuro, sono i carburanti bio. Come ha sottolineato anche, alla Gazzetta dello Sport, Stefano Domenicali: “Aramco è leader in questo settore e, previa approvazione del Consiglio Mondiale realizzerà le nostre ambizioni di carburante sostenibile, lavorando a stretto contatto con i nostri colleghi di F2 e F3, che non solo portano avanti i piloti del futuro, ma offrono un superbo banco di prova per l’ultima ingegneria nel motorsport. Nel 2026, la Formula 1 passerà a un carburante sostenibile a emissioni zero che offre una soluzione rivoluzionaria per il settore automobilistico e oltre. Con il supporto di Aramco e di tutti i nostri produttori, possiamo accelerare il passaggio del settore allo zero netto”.