La Red Bull è tornata al top della F1 grazie all’accordo con la Honda, ma ora qualcosa sta per cambiare. Ecco la situazione.
La Red Bull e la Honda si sono unite nel 2019, anno in cui la Mercedes dominò la scena ed era nel pieno del suo dominio tecnico in F1. L’accordo tra il team di Milton Keynes e la casa di Sakura sapeva di ultima spiaggia per entrambe, per una serie di motivi anche abbastanza simili.
La compagine diretta da Christian Horner era a secco di titoli mondiali da sei anni, e nel corso dell’era ibrida era quasi sempre stata ben lontana sia dalla Mercedes che dalla Ferrari a causa di un motore meno performante, quello fornito dalla Renault, che causava anche parecchi problemi di affidabilità.
La Honda non era di certo messa meglio, visto che nel triennio di partnership con la McLaren non era arrivato neanche un podio, ma soprattutto erano maturate tante critiche da parte di Fernando Alonso per la scarsa potenza ed i troppi guasti. Il marchio nipponico entro nella famiglia Red Bull nel 2018, fornendo i propulsori alla Toro Rosso, con Pierre Gasly che ottenne un fantastico quarto posto in Bahrain.
A quel punto, i tempi erano maturi per l’unione con il team di Milton Keynes, che regalò alla Honda le prime vittorie nel 2019, con Max Verstappen al top in Austria, Germania e Brasile. Tutto sembrava pronto per sfidare la Mercedes e lottare per il mondiale nel 2020, quando il team di Brackley tirò fuori la spaventosa F1 W11 dipinta di nero, semplicemente inattaccabile per la concorrenza.
Super Max dovette accontentarsi di vincere a Silverstone ed Abu Dhabi, ma il titolo iridato finì tranquillamente nelle mani di Lewis Hamilton. Un netto passo in avanti si ebbe nel 2021, con la RB16B ed una power unit più performante che cambiarono il destino della Red Bull, portando il figlio di Jos al titolo mondiale.
Il 2022 è stato l’anno della riconferma grazie alla RB18 e ad una power unit Honda ormai padrona del Circus, a conferma del fatto che il lavoro duro paga sempre. Il team di Milton Keynes e la casa giapponese resteranno legati sino alla fine del 2025, con la seria possibilità di continuare a dominare la scena.
In seguito, le cose potrebbero cambiare ed anche di parecchio, visto che dal 2026 è previsto l’arrivo di un regolamento rivoluzionario per quanto riguarda le power unit. Red Bull ed Honda, ormai quasi sicuramente, andranno a separarsi, seguendo due strade del tutto differenti.
La Red Bull si è iscritta come motorista al regolamento power unit 2026 tramite il suo reparto powetrains, ed ora ci sarà da capire se il team di Milton Keynes vorrà produrre in proprio i nuovi propulsori turbo-ibridi o se si andrà ad appoggiare a qualche nuovo costruttore interessato all’ingresso in F1, magari anche solo come brand.
Negli ultimi tempi si è parlato molto di Hyundai o di Ford, ma quasi al 100% non si tratterà della Honda. La casa giapponese, contro ogni previsione, si è a sua volta iscritta, ma pare che in futuro voglia entrare come team ufficiale, come fece tra 2006 e 2008 ai tempi di Jenson Button e Rubens Barrichello.
Recentemente, Christian Horner ha chiarito che la sua squadra vorrà fare tutto sotto lo stesso tetto, facendo intendere che la Red Bull produrrà i nuovi motori in autonomia. Tutto ciò rappresenterebbe una svolta epocale, dal momento che il team anglo-austriaco diventerebbe un nuovo costruttore a tutti gli effetti, guadagnando enormi vantaggi sul fronte regolamentare.
Esattamente come l’Audi che esordirà in F1 nel 2026 inglobando la Sauber, anche la squadra dei campioni del mondo otterrà un surplus di 25 milioni di dollari dalla FIA, esattamente come un maggior numero di ore al banco per testare la power unit rispetto a Ferrari, Mercedes e Renault che sono iscritte da tanti anni.
Di questa faccenda si è parlato moltissimo, visto che la Ferrari, essendo l’unica squadra che ha sempre preso parte alla massima formula, avrebbe potuto apporre il veto ed impedire l’iscrizione della Red Bull, ma tutto ciò non è avvenuto. Si tratta dell’ennesima batosta politica del Cavallino o è stato dato qualcosa di molto importante in cambio? Questo lo vedremo soltanto a partire dal 2026, anno in cui i campioni e la Honda andranno a separarsi.
La casa nipponica ha dimostrato che ha tutto per poter vincere, magari proprio con un team ufficiale. L’esperienza degli anni Duemila fu pessima, anche se senza il ritiro a fine 2008 quel titolo sarebbe andato proprio ai giapponesi e non alla Brawn GP, ma il nuovo regolamento potrebbe portare la vendetta tanto auspicata negli anni.
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