Per la F1 non è un momento facile viste le discussioni che sono in corso con la FIA e tra i team. La Ferrari torna al centro delle polemiche.
La Ferrari è il team che ha avuto più problemi di affidabilità nella prima stagione contraddistinta dalla presenza delle F1 ad effetto suolo. La Scuderia modenese si era presentata al via della stagione 2022 con un progetto molto innovativo ed interessante, spinto dal motore Superfast con il quale ci si era posti l’obiettivo di recuperare i tanti cavalli persi a causa dell’accordo segreto con la FIA di due anni prima.
Sin dai primi test al banco si era capito che la nuova power unit poteva rappresentare un grosso salto in avanti in termini di performance, ma mancava e nettamente l’affidabilità. La cosa è stata confermata da Haas ed Alfa Romeo Racing, ovvero i due team motorizzati Ferrari, che nei test invernali di Barcellona e Bahrain ebbero alcuni guasti tecnici.
La stagione cominciò con una Rossa in deficit di potenza, ma la superiorità telaistica le permise comunque di dominare gli appuntamenti di Sakhir e Melbourne con Charles Leclerc, nonostante l’utilizzo di una power unit depotenziata. I successi sviluppi sulla Red Bull ed il dominio di Max Verstappen ad Imola e Miami hanno fatto capire che per tenere il passo della RB18, soprattutto sui rettilinei, era necessario rischiare, ma l’azzardo non ha pagato.
Sin da Barcellona sono emersi evidenti problemi nella zona del turbo e dell’MGU-H, costringendo al ritiro Leclerc che stava dominando il Gran Premio di Spagna. Lo stesso guasto si è riproposto anche in Azerbaijan ed in Austria, ma in quest’ultimo caso fu Carlos Sainz a farne le spese, con la sua Rossa che fu avvolta dalle fiamme.
Questo ha posto la parola fine sulle ambizioni iridate del Cavallino, visto che dall’estate in poi la power unit è stata depotenziata per evitare guai. Nonostante questa accortezza, la Ferrari ha continuato a cambiare parecchi motori, dimostrandosi la meno affidabile di tutta la griglia.
Il Superfast è stato, dunque, un progetto fallimentare, almeno nel suo primo anno di vita. Le ultime indiscrezioni parlano di grossi miglioramenti in chiave 2023, ma ci sono molte polemiche che potrebbero scatenarsi visto il tipo di lavoro che i vari team stanno svolgendo sulle loro unità propulsive. Nelle prossime righe, analizzeremo ciò che sta accadendo, nella speranza che la nuova stagione non parta sotto il segno della polemica.
F1, ecco il motivo della lotta sulle power unit
Alcune indiscrezioni hanno parlato di un impressionante salto in avanti di circa 30 cavalli per la power unit Ferrari del 2023. I motori delle monoposto di F1 sono stati congelati, ed allora, come è possibile attuare un miglioramento del genere? Nel caso della Scuderia modenese si tratterebbe soltanto di recuperare quelli messi da parte lo scorso anno per motivi di affidabilità, e dal team è arrivata la conferma che i guai sono stati risolti.
Tuttavia, Frederic Vasseur, nuovo team principal al posto di Mattia Binotto, ha affermato che la cifra di 30 cavalli è assolutamente errata, ed altre voci parlano di un massimo di 15-20 cavalli ritrovati. La verità non la sapremo mai, e solo quando le vetture andranno in pista inizieremo a capirci realmente qualcosa.
Nel frattempo però, alcune dichiarazioni provenienti dalla Renault potrebbero iniziare a far discutere, visto ciò che ha sottolineato il direttore del reparto motori dell’Alpine, Bruno Famin: “Dietro il problema dell’affidabilità spesso si nasconde un potenziale aumento delle prestazioni, e questo è ormai diventato scontato. Il limite non è esattamente sempre super chiaro. Se hai un problema con la pompa dell’acqua, come ci è già capitato nel 2022, è abbastanza chiaro che si tratta di un puro problema di affidabilità, non c’è nulla da guadagnare in termini di potenza nell’avere una pompa dell’acqua migliore o diversa“.
Il tecnico del team di Enstone ha poi aggiunto: “Se, invece, si tratta di cambiare le fasce elastiche o di apportare qualche miglioramento, è chiaro che potrai usufruire di un qualche vantaggio sul fronte delle prestazioni. A questo punto, non è più chiaro quale sia il limite sugli interventi fatti per l’affidabilità, si rischia di andare fuoori dal regolamento che ha scelto la F1 per i nostri motori. Di questo argomento ci sarà da discutere nei prossimi mesi“.
Le parole di Famin, ex direttore tecnico del progetto Peugeot a Le Mans del 2007-2011 con la 908 che vinse la 24 ore del 2009, sono condivisibili, e sottolineano un’altra zona grigia del regolamento sulla quale i team hanno parecchia libertà di movimento. Nei prossimi mesi cercheremo di capirne qualcosa in più, ma è ovvio che qualcosa di grosso stia bollendo in pentola.