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Formula 1

F1 e il sistema DRS: ecco come funziona e cosa dà

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Giovanni Messi

Il DRS è stato introdotto nel mondiale di F1 nel lontano 2011. Oggi vi spiegheremo nel dettaglio il modo in cui funziona.

Il mondiale di F1 è lo sport più tecnico ed affascinante del mondo, viste le prestazioni che queste vetture sono in grado di raggiungere ed i rischi a cui sono sottoposti i piloti. La sicurezza è nettamente aumentata nell’ultimo trentennio, ma è normale che quando si viaggia regolarmente sopra i 300 km/h non ci siano mai troppe sicurezze.

F1 (ANSA)

Una delle cose che negli anni passati è mancata è stato lo spettacolo, con l’era del dominio Mercedes, preceduta da quello Red Bull, che hanno ucciso lo show mostrandoci campionati noiosi e privi di spunti interessanti. Dal 2012 in avanti, soltanto la stagione 2021 ha visto due squadre diverse competere per il titolo sino all’ultima gara, ma per il resto di divertimento ce n’è stato ben poco. Uno degli elementi che la F1 ha cercato di sfruttare per aumentare lo show è stato il DRS, arrivato nel 2011 ed attualmente in vigore.

Nelle prossime righe, vi daremo conto di come funziona questo elemento, che sicuramente non ha aumentato la sportività, ma che almeno ci consente di visionare più sorpassi rispetto a qualche anno fa. Sono pochi quelli che gradiscono la presenza dell’ala mobile, giudicata molto antisportiva dai grandi esperti. Ecco come funziona ed i motivi per i quali è stata inventata.

F1, ecco il funzionamento del DRS nel Circus

La F1 ha deciso di introdurre il DRS (acronimo di Drag Reduction System) diversi anni fa, per la precisione, nel 2011. Il debutto di questo congegno avvenne nel Gran Premio d’Australia di quell’anno, dominato dalla Red Bull di Sebastian Vettel, che aprì al meglio una stagione poi nettamente dominata.

Ma come funziona l’ala mobile? Per farla attivare si sfrutta un attuatore che controlla il flap superiore dell’ala posteriore, e che in base alle mosse del pilota può aprirsi. Colui che è al volante, infatti, preme un pulsante posizionato sul volante, ed automaticamente avviene l’apertura del congegno.

In qualifica, ognuno può usarlo a suo piacimento nei rettilinei in cui ciò è permesso, mentre in gara occorre stare a meno di un secondo dalla vettura che è davanti per poterlo spalancare. Va specificato che il tutto è sotto il controllo di alcuni sensori della FIA, e se il pilota preme il pulsante in un punto in cui non è consentita l’apertura del DRS, essa, banalmente, non andrà ad aprirsi.

Il motivo per cui la F1 decise di introdurre il DRS è molto semplice, e sta nella carenza di sorpassi che si era registrata negli ultimi anni prima della fatidica decisione. In particolare, a far fischiare le orecchie all’interno della Federazione Internazionale fu il GP di Abu Dhabi del 2010, quello che consegnò il titolo a Vettel che beffò la Ferrari di Fernando Alonso.

Lo spagnolo, a causa di una strategia sbagliata da parte del Cavallino, si ritrovò nel traffico della Renault di Vitaly Petrov, e nonostante un ritmo gara decisamente superiore, non riuscì a scavalcare il russo, perdendo ogni speranza di vincere il suo terzo titolo mondiale. Con quelle monoposto era diventato praticamente impossibile superare, e così il Circus optò per questo congegno.

Com’è ovvio che sia, le cose sono decisamente migliorate ed in ogni gara si registrano tantissimi scambi di posizione, tutti viziati da un dubbio: senza DRS sarebbe andata nello stesso modo? La risposta è chiaramente negativa, ed è ovvio che l’ala mobile sia un artefatto che va oltre ogni concetto di sport.

Infatti, colui che è davanti non può nulla per difendersi, visto che con scia e DRS aperto la vettura che insegue può guadagnare anche 20-30 km/h di velocità massima in più, trovandosi di fronte la possibilità di passare senza alcun problema. In molti sono contrari a questo sistema, ma la FIA non sembra intenzionata a tornare indietro, visto anche il fallimento dei nuovi regolamenti sulle vetture ad effetto suolo.

L’obiettivo era quello di facilitare i testa a testa ed andare, gradualmente, verso un’eliminazione dell’ala mobile. Tuttavia, in particolare quello che è accaduto ad Imola, ha dimostrato che senza DRS non ci sarebbe alcun sorpasso, e che per il momento è impossibile fare a meno di questo discusso artefatto.

Le dimensioni delle monoposto attuali, sempre più larghe e lunghe, ed un’aerodinamica che disturba troppo chi insegue, hanno reso i sorpassi impossibili, mentre in passato i duelli erano il pane quotidiano di questo sport. La speranza è che le regole del 2026 cambino le carte in tavola, ma finché le dimensioni delle monoposto più veloci del mondo resteranno queste sarà difficile vedere un’inversione di tendenza.

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