Lewis Hamilton è uno dei più grandi piloti nella storia della F1, peccato che l’età non sia più quella di un giovane e gli acciacchi pesano.
Ci sono dei personaggi che sembrano essere davvero immortali nel mondo delle quattro ruote e nonostante siano stati in grado di vincere un numero pazzesco di titoli Mondiali, non hanno mai voglia di lasciare spazio ai giovani, con Lewis Hamilton che è un simbolo assoluto del Motorsport.
Le prestazioni in pista del britannico sono logicamente calate negli ultimi anni, e non poteva certo essere altrimenti, un po’ per il calo di prestazione generale della Mercedes e un po’ perché l’inglese non è ormai più di primo pelo.
Questo però non deve in alcun modo mettere in discussioni le immense qualità tecniche del sette volte campione del mondo che, pur non avendo vinto nemmeno una gara nel 2022, ha messo comunque in mostra tutto il suo talento.
Nel 2023 avrà ancora voglia di puntare a quell’ottavo titolo mondiale che vorrebbe dire superare Michael Schumacher nella classifica di tutti i tempi, ma Lewis è sempre stato molto impegnato anche nel sociale.
Tutti sappiamo come i casi del Black Lives Matter abbiano sconvolto l’opinione pubblica e la Formula 1 sia stato uno degli eventi sportivi che ha cercato di dare il maggiore risalto mediatico alla notizia.
Hamilton si è fin da subito fatto capopopolo di questa protesta e ha avuto anche il permesso da parte della Mercedes di modificare il colore della livrea passando da grigio a nero per le annate 2020 e 2021.
In realtà Lewis ha spiegato che all’inizio non era per nulla sicuro della possibile buona reazione da parte della Scuderia, anzi ha raccontato come non sembrasse nemmeno intenzionato a volerne parlare con il Team.
“Avevo paura che la squadra non avrebbe capito quanto io tenessi a questa situazione e a una tematica che mi ha sempre accompagnato. Temevo che mi potessero dire di no e quando mi sentivo di inginocchiarmi non volevo dirlo alla Mercedes per paura di un rifiuto“.
Queste sono state le parole che Hamilton ha rilasciato al podcast “On Purpose” e alla fine si può dire che per fortuna la Mercedes ha dato fin da subito corda a Lewis e lo ha ampiamente dimostrato.
Hamilton e Mercedes: sempre uniti contro il razzismo
Non ci sono dubbi che una delle nazioni che in questi ultimi sta cercando di dare una sterzata importante alla lotta al razzismo sia la Germania.
Il Paese teutonico infatti ha visto nella Mercedes e nella nazionale di calcio un simbolo per poter mandare un segnale di inclusione e di integrazione, non solo da un punto di vista etnico ma anche sessuale.
Hamilton sapeva che avrebbe potuto osare con il suo Team e fondamentalmente era a conoscenza del fatto che a Brackley si è sempre cercato di mandare un segnale positivo non solo in pista ma anche fuori.
Nessuno avrebbe mai creduto a un possibile cambio di livrea per poter sostenere in maniera sempre più convinta questa causa, con il colore nero che è stato campione del mondo costruttori in tutte le sue due annate, anche se ha chiuso la sconfitta di Abu Dhabi.
La Mercedes dunque si è stretta attorno al suo campione ancora una volta che ha così potuto riscontrare come accanto a sé ci sia una vera famiglia.