La Ducati sulla quale Pecco Bagnaia ha vinto il titolo mondiale nel 2022 costa una cifra blu. Ecco i motivi che la rendono così preziosa.
In MotoGP, da 3 anni, vi è un solo punto di riferimento. La Ducati Desmosedici è diventata la moto da battere da quando Andrea Dovizioso e Danilo Petrucci la portarono sul tetto del mondo nel 2020. Per la coppia italiana fu l’ultima soddisfazione, prima di lasciare spazio ai giovani del team Pramac. Pecco Bagnaia e Jack Miller hanno tenuta alta la bandiera italiana, conquistando ultimi titoli costruttori.
Dopo un primo anno di ambientamento nel team, il torinese ha sfoderato una rimonta epica nel 2022. Il centauro è riuscito a recuperare ben 91 punti a Fabio Quartararo. La stagione non era iniziata nel migliore dei modi, a causa di una scarso feeling con la GP22. Pecco si trovava magicamente in sella alla moto del 2021, su cui aveva conquistato 4 delle ultime 6 tappe. Si lamentò delle tante novità tecniche che il gruppo di ingegneri, capitanato da Luigi Dall’Igna, avevano introdotto nella scorsa stagione. Il piemontese arrivò a dichiarare che non avrebbe svolto con piacere il ruolo di tester, dato che il suo unico pensiero era sul Mondiale.
Dopo una serie di scontri verbali, Pecco si rese conto di aver esagerato. Nelle prime fasi del campionato finì per accumulare un distacco dalla vetta preoccupante, a causa di errori evitabili e di una buona dose di sfortuna. Una volta trovata la quadra, Nuvola Rossa ha iniziato a vincere con una costanza pazzesca. Nessun pilota della Ducati era mai stato in grado di conquistare 4 Gran Premi di fila, nemmeno il mitico Casey Stoner. I trionfi in Olanda, Inghilterra, Austria e Italia rappresentarono un segnale inequivocabile dei passi in avanti dell’italiano. Fabio Quartararo, in sella ad una Yamaha M1 problematica, crollò al suolo ad Assen e da lì in avanti ha subito il ritorno della Rossa.
Il successo più importante per Pecco arrivò in Malesia, prendendosi bei rischi. Quella vittoria ha steso un red carpet all’alfiere della casa di Borgo Panigale. Nell’ultima sfida a Valencia sarebbe dovuto accadere un cataclisma con una caduta o una quindicesima posizione dell’italiano, mentre Fabio Quartararo per recuperare 23 punti avrebbe dovuto vincere la tappa spagnola. I due si sono sfidati, senza esclusioni colpi, nella prima fase della corsa, riaccendendo l’entusiasmo del pubblico. I due non avevano mai battagliato a viso aperto nel corso dell’annata, a causa dell’incredibile livello prestazionale della Rossa. Sul dritto la M1 non ha potuto pareggiare la potenza strepitosa del gioiello italiano.
Quartararo è andato in crisi, non riuscendo a rispondere alle performance della moto rivale. Per Pecco il primo avversario in pista sono diventati i colleghi sulle Desmosedici. Nella prossima annata Bagnaia e Bastianini saranno compagni di squadra e si prevedono scintille. Bagnaia come Valentino Rossi? Ecco com’è arrivata la svolta. Date una occhiata anche alla promessa di Pecco ai fan Ducati.
I migliori centauri sul Pianeta proveranno a mettere in difficoltà i ducatisti. Quartararo e Marquez sono affamatissimi, dopo un 2022 deludente. Le case costruttrici rivali dovranno faticare non poco per pareggiare la potenza dei bolidi giapponesi. Le soluzioni tecniche ideate dall’ing. Luigi Dall’Igna hanno rivoluzionato la MotoGP. Vi saranno meno sorpassi rispetto all’epoca d’oro della top class, ma le prestazioni attuali sono da brividi. Prima adattarsi ad una Ducati richiedeva uno sforzo impressionante. Bagnaia è riuscito lì dove grandi campioni, come Valentino Rossi e Jorge Lorenzo avevano fallito in passato.
La Ducati ha alzato l’asticella con la GP22 e proverà a fare ancora di meglio nel 2023. Le innovazioni portate in pista sulla Rossa hanno perfezionato lo stile di guida dei rider. Nuvola Rossa ha fatto la differenza, ma anche il Bestia, Martinator e tutti gli altri centauri hanno accresciuto il loro livello. Ad eccezione di Luca Marini, fratello minore di Valentino Rossi, e Fabio Di Giannantonio, tutti gli altri su una Desmosedici si sono tolti la soddisfazione di calcare un podio. Le Desmosedici sono risultate sempre più stabili nei tratti misti e veloci sui rettilinei. Ali più piccole e cupolino più rastremato hanno reso la moto più aggressiva che mai.
Tra le novità che hanno spiccato nel 2022 c’è stata quella dell’abbassatore dinamico della Desmosedici che permette di abbassare la moto non solo in partenza, ma anche durante le fasi di gara. Era già accaduto con il cucchiaio e con le ali che i tecnici nostrani elaborassero migliorie tecniche da impazzire. Gli avversari, infatti, hanno fatto quadrato per far vietare la soluzione nel prossimo campionato. La Rossa, in ogni caso, può fare affidamento anche su altri elementi all’avanguardia. Il telaio, gli scarichi, lo straordinario dispositivo holeshot anteriore e dispositivo ride-height per l’anteriore hanno garantito a Bagnaia un grande vantaggio.
Il motore 4 tempi, V4 a 90°, raffreddato a liquido, distribuzione desmodromica con doppio albero a camme in testa e 4 valvole per cilindro è un cult. La velocità di punta della Desmosedici è di 360 km/h. L’impianto frenante Brembo, con doppio disco anteriore in carbonio da 340mm con pinze a quattro pistoncini, è il top di gamma. Il costo di un bolide MotoGP della casa di Borgo Panigale, proprio come quello delle altre moto della top class, arriva a 3 milioni di euro.
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