La Ferrari ha bisogno di un gran lavoro per cercare di tenere dietro la Red Bull, ed un’indiscrezione fa ben sperare. Ecco perché.
Manca esattamente un mese alla presentazione della nuova Ferrari, la quale avrà il compito di cercare di riportare a Maranello i due titoli mondiali. Per farlo occorrerà rompere l’egemonia di Red Bull e Mercedes, che dal 2010 si dividono i successi lasciando solo le briciole alla concorrenza, dominando la scena sia da un punto di vista tecnico/sportivo che politico.
Il Cavallino si presenta al via con un team principal vero e proprio come Frederic Vasseur, dopo che dal 2014 in avanti tutto ciò non era più accaduto. A seguito delle dimissioni di Stefano Domenicali, era stato utilizzato come “traghettatore” Marco Mattiacci, che di F1 non aveva esperienza, ma che portò alla conclusione soltanto la prima stagione dell’era turbo-ibrida del Circus.
Dal 2015 al 2018 si puntò su Maurizio Arrivabene, noto manager nell’industria del tabacco ed esponente della Philip Morris, ma che mai si era ritrovato in una posizione così importante come quella del team principal. Un discorso simile si può fare anche per Mattia Binotto, ingegnere del Cavallino dal lontano 1995, ma con la realtà che ha dimostrato che gestire un team è tutta un’altra cosa rispetto a progettare le vetture ed i motori.
Vasseur è invece un personaggio che, pur essendo ingegnere per via dei suoi studi e delle sue qualità, ha sempre avuto una grande esperienza nel campo manageriale, partendo con la fondazione di una squadra di successo nelle categorie minori come la ART Grand Prix, passando poi alla F1 prima con la Renault e poi con l’Alfa Romeo Racing.
Molti sostengono che la sua carriera in qualità di team principal non abbia prodotto risultati di rilievo, ma su tutto ciò occorre fare una piccola precisazione. Nella F1 attuale, è praticamente impossibile portare un piccolo team al successo, visto lo strapotere delle squadre di vertice che possono contare su investimenti nettamente maggiori.
Vasseur ha portato la compagine di Himwil per ben due volte al sesto posto tra i costruttori, nel 2018 e nel 2022, risultati di tutto rispetto considerando le poche capacità economiche del suo gruppo di lavoro. La Ferrari ha così deciso di puntare su di lui per il dopo Binotto, e sin dai prossimi mesi inizieremo a capirne il valore in un top team.
La nuova macchina è comunque nata sotto la supervisione dell’ingegnere di Losanna, che è rimasto a Maranello sino a pochi giorni prima di Natale, rivendicando la paternità del progetto 675. La mano di Vasseur la inizieremo a capire presto in termini di gestione piloti, mentre il comparto tecnico, almeno per ora, resterà invariato.
Alcune indiscrezioni relative alla nuova Ferrari parlano di un aspetto molto curioso, quello legato al peso. Le monoposto del 2023 dovranno rispettare un peso minimo di 796 kg, diminuito di due chilogrammi rispetto allo scorso anno, e la F1-75 è una delle vetture che era maggiormente vicina a questa cifra, al contrario della Red Bull.
A Milton Keynes hanno già fatto sapere che sulla RB19 ci sarà tanto peso da recuperare, si parla di circa 8-10 kg, cosa che le potrebbe dare un gran vantaggio sulla concorrenza. A Maranello, tuttavia, non si sta di certo con le mani in mano, e pare che la nuova monoposto, che non ha ancora un nome ufficiale, stia per nascere “sottopeso”.
Ciò non sarebbe ovviamente a norma di regolamento, e per questo si punterà ad aggiungere in seguito una zavorra utile a migliorarne il bilanciamento e la gestione degli pneumatici, vero cruccio della Ferrari negli ultimi anni. Va sottolineato che queste sono soltanto delle indiscrezioni, ed è chiaro che la Scuderia modenese non si sia interessata ad una loro conferma, ma neanche ad una smentita.
Per il momento però, le voci che girano attorno a tale vettura sono molto positive, a cominciare da quelle relative alla power unit. I problemi di affidabilità insorti lo scorso anno sul motore Superfast dovrebbero essere risolti, cosa che permetterà a Charles Leclerc e Carlos Sainz di recuperare quei 15-20 cavalli a cui hanno dovuto rinunciare nella seconda parte del 2022.
Per battere la Red Bull e la Mercedes sarà fondamentale reggere il passo sul fronte sviluppi, altro neo della Scuderia modenese dell’ultimo decennio. Le monoposto ad effetto suolo sono ancora nella prima fase della loro esistenza, ed è normale che gli upgrade faranno tutta la differenza del mondo. Per puntare al mondiale occorrerà essere perfetti, ed anche le strategie e la gestione dei piloti assumeranno un’importanza capitale in questa sfida stellare.
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