La ricchezza della famiglia Agnelli è sconfinata, e l’oro che possiede ne è una testimonianza. Ecco quanto ne hanno in tutto.
La famiglia Agnelli è nota in tutto il mondo, e si tratta di un gruppo di imprenditori che sono attivi in vari ambiti lavorativi, con le mani in pasta in una quantità indefinita di aziende. La loro fortuna è stata la gestione della Fiat e quella della Juventus, con la maggioranza azionaria della Vecchia Signora che è finita nelle loro mani nel lontano 1949, anno della strage di Superga dove la squadra rivale cittadina, il Torino, perì tragicamente.
L’industria automobilistica è sicuramente il fulcro della loro ricchezza, visti i possedimenti anche in altre realtà come la Ferrari ed il possesso delle azioni nella holding multinazionale olandese Stellantis. Con il Cavallino c’è sempre stato un legame speciale, soprattutto in passato, quando l’avvocato Giovanni Agnelli era uno dei primi tifosi della Rossa assieme al presidente Luca Cordero di Montezemolo.
L’avvocato fu uno di quelli che più fortemente volle l’ingaggio di Michael Schumacher a metà degli anni Novanta, ed alla sua morte, avvenuta ad inizio 2003, gli venne dedicata anche la monoposto di quell’anno, che regalò al Kaiser di Kerpen il sesto titolo mondiale in F1, il quarto consecutivo.
Anche settori come editoria e finanza vedono una forte influenza da parte della famiglia piemontese, ma dovete sapere che la loro storia parte da molto lontano, con radici nel 1700. Sono originari di Priero, un comune situato in provincia di Cuneo, e poi si spostarono a pochi chilometri di distanza, nel comune di Racconigi, alla metà di quello stesso secolo.
Iniziarono le loro fortune con la coltivazione di banchi da seta e filande, e poi nell’Ottocento ci fu una sorta divisione all’interno della stessa famiglia. Una parte si concentrò sulle professioni più nobili, come quelle di medici e giuristi, mentre l’altra, tramite Giuseppe Francesco, si spostò a Torino, dove sarebbe iniziata la storia di questa discendenza così famosa e di successo.
Da quel momento in poi, tutti conosciamo la loro storia, e sappiamo benissimo che gran parte della loro fortuna è legata alle auto ed alla Fiat, così come alla Juventus di cui Andrea è stato presidente per tantissimi anni. All’interno di questa casata non sono mancati i colpi di scena e gli scandali nel corso degli anni, ma va detto che la gestione del patrimonio è sempre stata molto accurata.
Accanto a loro ci sono i “cugini” Elkann, con John che dalla fine del 2018 è il presidente della Ferrari, mentre il fratello Lapo si diverte a combinarne di cotte e di crude. Nelle prossime righe, vi sveleremo l’enormità del patrimonio di questa famiglia, che possiede un incredibile quantità di oro che ne garantisce una ricchezza praticamente eterna, che si protrarrà di generazione in generazione.
La famiglia Agnelli ha un patrimonio inestimabile, ma secondo alcune fonti autorevoli, nel 2019 si è arrivati ad un calcolo dei loro possedimenti. Pare che il patrimonio ammonti a qualcosa come 13,5 miliardi di dollari, e la cosa li rende uno dei gruppi proprietari di una squadra di calcio (la Juventus, appunto) più ricchi del mondo.
In un momento di crisi generale come questo, dove in tanti sono in enorme difficoltà, c’è un qualcosa che assume un valore ancor più importante di quanto non faccia in tempi normali, e stiamo parlando dell’oro. Pare che gli Agnelli siano in possesso di un deposito che esiste da tantissimi decenni e che conterrebbe ben 138 tonnellate di longotti d’oro, una quantità davvero impressionante e che garantisce alla discendenza una ricchezza difficile da sperperare.
Per quanto riguarda le altre società legate a questa famiglia, si stima che il gruppo Exor abbia un patrimonio pari a 33 miliardi di euro, nel quale è presente anche la Ferrari come membro, così come Iveco, Juventus e tanti altri. Questa famiglia, come detto, ha un futuro di ricchezza garantito, ma è ovvio che non ci si possa adagiare sugli allori in un mondo come quello in cui sono coinvolti. Restando nell’ambito dei motori, c’è chi si augura che presto si riesce a risollevare una leggenda come la Ferrari, che da troppo tempo, ormai, sta attendendo la propria riscossa.
John Elkann, nei suoi quattro anni da presidente, non ha di certo ottenuto risultati eccezionali, ma ora è arrivato un cambio di passo con la cacciata di Mattia Binotto e l’approdo di Frederic Vasseur. Se ciò basterà per tornare al titolo è troppo presto per saperlo, ma i tifosi ci sperano, visto che il titolo mondiale manca ormai da troppi anni per un team così prestigioso.
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