La Ferrari è una vera candidata al titolo e nel 2023 punta al colpaccio. Le premesse per fare bene ci sono tutte e vanno sfruttate.
Il 2023 della Ferrari rappresenta una sorta di spartiacque, tramite il quale passa molto delle speranze future dei tifosi e della coppia dei piloti. La prima stagione contraddistinta dalla presenza delle F1 ad effetto suolo ha visto il Cavallino partire fortissimo, prima di spegnersi e di pagare sempre i soliti errori, che sono costati il posto a Mattia Binotto.
Dopo quattro anni in cui ha svolto il ruolo di team principal, l’ingegnere di Losanna è stato defenestrato, ritrovandosi costretto a cedere il passo a Frederic Vasseur, proveniente dall’Alfa Romeo Racing. L’avventura del reggiano si è così conclusa dopo ben 27 anni trascorsi a Maranello, dove aveva iniziato a lavorare come tecnico nel lontano 1995.
Con gli anni, Binotto aveva scalato posizioni su posizioni nelle gerarchie, sino a diventare direttore tecnico a metà del 2016, per poi rimpiazzare Maurizio Arrivabene come capo della Gestione Sportiva nel 2019. I risultati, purtroppo, non sono stati dalla sua parte, ed il CEO della Ferrari, Benedetto Vigna, ha deciso di prendere in mano la situazione, optando per il cambio al vertice.
Vasseur avrà bisogno di tempo per capire le metodologie di lavoro e le eventuali aree in cui intervenire, ma rispetto ai primi tempi in cui si parlava del suo approdo in Rosso già ci sono alcuni cambiamenti. Le voci che vedevano Simone Resta pronto ad arrivare a Maranello come direttore tecnico si sono sgonfiate, visto che ora si parla di Enrico Cardile come principale indiziato a prendere quel ruolo, che in passato era stato di Binotto.
Dal punto di vista tecnico, la Rossa ha fatto dei grandi passi in avanti grazie ai nuovi regolamenti, con la F1-75 che è stata la macchina migliore sul giro secco, per poi perdere la bussola da metà stagione in poi in termini di gestione delle gomme. Un impatto potrebbe averlo avuto anche l’abbassamento della potenza sulla power unit per via dei troppi problemi di affidabilità riscontrati nelle prime gare, che hanno costretto Charles Leclerc e Carlos Sainz a diversi stop improvvisi.
All’interno della Gestione Sportiva si fa un gran bel parlare del progetto 675, ovvero la nuova vettura che verrà svelata ad Imola il prossimo 14 febbraio, ed il lavoro prosegue in silenzio, nella consapevolezza di poter avere un mezzo molto competitivo tra le mani. Nelle prossime righe, andremo a vedere i motivi per cui il 2023 potrebbe davvero essere l’anno buono per il Cavallino.
La Ferrari partirà nel 2023 con una buona base come la monoposto dello scorso anno, senza più l’incognita del passato in cui si prendeva il via consapevoli di avere un gran distacco dalla concorrenza. La dominante Mercedes, almeno per ora, non c’è più, e l’obiettivo sarà quello di arginare la Red Bull e di dar fastidio a Max Verstappen.
Le indiscrezioni sull’affidabilità sono molto positive, e sembra che tutti i problemi siano stati risolti. Ciò significa che Charles Leclerc e Carlos Sainz potranno andare a recuperare quei 20 cavalli perduti nella seconda parte del 2022, che sicuramente hanno avuto il loro impatto in termini di performance.
L’arrivo di Frederic Vasseur potrebbe cambiare molto anche sul fronte della gestione dei piloti, visto che il manager francese sembra avere molto più pugno rispetto a Mattia Binotto. Ciò che è accaduto tra i due “Carli”, in particolare a Silverstone, quando lo spagnolo si rifiutò di cedere il passo al compagno di squadra durante la gara, non dovrà mai più verificarsi neanche per sbaglio.
Vasseur è un mastino, come ha dimostrato in passato, e non si fa problemi a riprendere i suoi piloti neanche di fronte alle telecamere (chiedere ad Antonio Giovinazzi per avere una conferma). La Ferrari non può permettersi altre discussioni tra compagni di squadra, e tutti devono remare nella stessa direzione per cercare di portare a casa il titolo mondiale.
Uno dei vantaggi da sfruttare, tornando al discorso prettamente tecnico, sarà la penalità in galleria del vento rifilata alla Red Bull. Il team di Milton Keynes potrà sfruttare il 10% in meno del tempo rispetto agli altri, ed essendo campione del mondo dei costruttori, era già la squadra che partiva con meno tempo di utilizzo a disposizione. Questa è una condizione da non sottovalutare, con Christian Horner ed Helmut Marko che parlano di una perdita di tempo sul giro di circa mezzo secondo, anche se la cosa appare troppo eccessiva.
La verità, in tal senso, la sapremo solo nel corso dell’anno, ed è proprio sugli sviluppi che a Maranello non dovranno addormentarsi come accade di solito. Gli errori come quelli visti nel 2022, ma anche tante altre volte in passato, saranno da evitare, sia sul fronte degli upgrade che su quello delle strategie e della gestione delle corse. Per vincere servirà essere perfetti, ma stavolta ci sono tutti gli elementi per far bene.
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